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Teramo, ricostruzione: “Sindaco inadeguato, Ascoli Piceno molto più avanti”

“Il sindaco di Teramo continua a comunicare senza passare alla fase realizzativa, con il risultato che oramai più nessuno gli crede. Sono tre anni che assistiamo al turbine di promesse sulla ricostruzione pubblica e privata, ma purtroppo è evidente dai fatti l’incapacità politica e amministrativa nel non riuscire a procedere ad appaltare i lavori di ricostruzione pubblica concernenti gli edifici danneggiati dal sisma del 2016/2017”. A dirlo il consigliere comunale e capogruppo di Forza Italia, Mario Cozzi.

Per Cozzi, “Gianguido D’Alberto lamenta da tempo che ‘l’attuale codice degli appalti impedisce a noi sindaci di dare risposte ai cittadini’, ma non spiega come mai – con le normative del vigente Codice degli appalti – il Comune Capoluogo a noi più vicino, cioè Ascoli Piceno, sia enormemente avanti sul fronte della ricostruzione. Tutti hanno compreso che il sindaco di Teramo necessiti di un ‘Tutor’ (Commissario Legnini) per superare l’immobilismo del Comune, tanto che la Struttura commissariale del Sisma ha dovuto procedere all’emanazione di una apposita ‘Ordinanza Teramo’, (Affidamenti di progettazioni ed appalti senza gara), che consenta di bypassare le normative vigenti, per riuscire ad affidare i lavori di adeguamento e miglioramento sismico degli edifici danneggiati/inagibili, già a suo tempo finanziati dallo Stato proprio alla vigilia dell’inizio dell’attuale mandato amministrativo”.

E ancora: “Il dato oggettivo sono i tre anni buttati ad attendere un’ordinanza della quale evidentemente altri non hanno bisogno, se è vero come è vero che ad Ascoli Piceno sono attivi da molto tempo decine di cantieri per la ricostruzione pubblica e privata, come può evincersi dalla documentazione fotografica allegata. Potrebbe spiegare l’Amministrazione teramana le ragioni del suo immobilismo? Potrebbe spiegare perché ci sia stato bisogno di un ‘Tutor’ che ha accantonato le procedure previste per legge? Potrebbe spiegare perché sospendere le regole prefissate per qualcuno debba addirittura essere definito un ‘Modello’? Potrebbe spiegare le differenze, se ci sono (e non ci sono), fra il capoluogo aprutino e quello piceno? Oltre ai ritardi nel chiedere aiuto al “Tutor” (Commissario Legnini), il sindaco di Teramo dovrebbe ammettere che è inadeguato al ruolo di guida della macchina amministrativa comunale, perché il sostegno dall’alto certifica formalmente l’incapacità del Comune di provvedere ad eseguire nelle normali tempistiche quanto la legge demanda. Nonostante ciò, ad oggi, dopo mesi dall’emanazione dell’“Ordinanza Teramo”, è ancora tutto fermo, fatta salva Sua Eccellenza Monsignor Leuzzi che grazie alle Sue capacità, oltre a tenere viva la speranza nel recupero dei nostri beni della Curia, consente attraverso la benedizione dei primi cantieri una vetrina immeritata per D’Alberto. E oggi non siamo nemmeno alla vigilia dell’apertura dei cantieri pubblici comunali, perché tre anni di Amministrazione non sono stati neppure sufficienti per confezionare le progettazioni definitive/esecutive degli edifici già finanziati dall’U.S.R. negli anni 2017/2018, quindi chiediamo al Commissario Legnini (Tutor Amministrativo) – per il bene della cittadinanza – di voler gentilmente supportare la fase progettuale”.

Cozzi prosegue dicendo che “i 30 milioni di euro stanziati per mettere in sicurezza le Scuole Savini, San Giuseppe, De Iacobis e Villa Ripa, oltre che la sede del Conservatorio Braga, la sede municipale di Piazza Orsini e quella del Mercato coperto di Piazza Verdi, restano fermi nelle casse del Comune e non si ha nessuna certezza sulle date di riapertura al pubblico e agli studenti delle storiche sedi istituzionali. Le chiacchiere accrescono la preoccupazione perché nessuno riesce ad apprezzare con mano il passaggio dalla fase teorica a quella pratica, gli annunci ripetuti allo sfinimento – finché non sono seguiti dalle aperture dei cantieri e dalle gru che si alzano – creano solo disaffezione, delusione, rabbia, scoramento”.