Teramo. L’amministrazione comunale di Teramo non avrebbe risposto alle interrogazioni del consigliere della Lega Ivan Verzilli che scrive al Prefetto di Teramo, Gabriela Patrizi, una lettera aperta.
Eccellenza Signor Prefetto,
Le scrivo per segnalare gli incresciosi episodi omissivi che purtroppo si verificano presso l’Amministrazione comunale di Teramo.
Come è noto il nuovo “Regolamento del Consiglio Comunale”, in vigore dal 21 luglio 2019, all’art. 8 (rubricato “Interrogazioni – Domande di attualità” ) comma 3 prevede che “Quando i consiglieri proponenti richiedono risposta scritta, la stessa viene data dal Sindaco o dall’Assessore competente entro 30 (trenta) giorni dalla richiesta”.
Purtroppo, devo mio malgrado segnalare come – nonostante i solleciti da ultimo manifestati nella seduta consiliare dell’11 febbraio 2020 – nessuna risposta sia stata fornita dall’Amministrazione ad almeno tre interrogazioni a firma del sottoscritto, tutte a suo tempo protocollate e contenenti esplicitamente richiesta di “risposta scritta”.
1) In particolare, in data 9 luglio 2019 ho formalmente depositato apposita interrogazione (che alle-go) concernente “le azioni amministrative da porre in essere in riferimento al rudere di Via Muzi, ubicato nel centro storico di Teramo”. In circa otto mesi nessuna risposta mi è stata mai fornita in merito, nonostante la problematica oggetto di interrogazione sia ancora in essere, con grave disagio della popolazione ivi residente e del tessuto produttivo pure ivi insistente.
2) In data 22 ottobre 2019 presentavo al protocollo del Comune di Teramo altra interrogazione con-cernente “la gestione della Fondazione Tercas” (che parimenti allego). Anche in questo caso, no-nostante siano trascorsi oramai quattro mesi e mezzo, nessuna risposta scritta mi è mai stata recapi-tata.
3) In data 26 novembre 2019 presentavo al protocollo del Comune di Teramo ulteriore interrogazione concernente “la vertenza giudiziale della dipendente Anna Capponi” (che parimenti allego). Anche in questo caso, nonostante siano trascorsi oramai tre mesi e mezzo, nessuna risposta scritta mi è mai stata recapitata.
Oltre alle gravi omissioni appena descritte, le quali sostanziano una palese violazione del “Regolamento del Consiglio Comunale”, devesi rappresentare al contempo una illegittima compressione dei diritti dei consiglieri, così come sanciti dall’art. 43 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), ai sensi del quale “1. I consiglieri comunali e provinciali hanno diritto di iniziativa su ogni questione sottoposta alla deliberazione del consiglio. Hanno inoltre il diritto di chiedere la convocazione del consiglio secondo le modalità dettate dall’articolo 39, comma 2, e di presentare interrogazioni e mozioni. 2. I consiglieri comunali e provinciali hanno diritto di ottenere dagli uffici, rispettivamente, del comune e della provincia, nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato. Essi sono tenuti al segreto nei casi specificamente determinati dalla legge. 3. Il sindaco o il presidente della provincia o gli assessori da essi delegati rispondono, entro 30 giorni, alle interrogazioni e ad ogni altra istanza di sindacato ispettivo presentata dai consiglieri . Le modalità della presentazione di tali atti e delle relative risposte sono disciplinate dallo statuto e dal regolamento consiliare”.
4) In aggiunta alle citate interrogazioni, in data 8 agosto 2019 protocollavo formalmente anche una formale “Richiesta di fissazione di seduta congiunta delle competenti commissioni consiliari per discutere della programmazione relativa agli edifici scolastici di proprietà comunale”. A tale proposito soccorre l’art. 34 comma 5 del vigente “Regolamento del Consiglio Comunale”, a mente del quale “Il Presidente (della Commissione) convoca e presiede la commissione, fissando la data delle adunanze e gli argomenti da trattare in ciascuna di esse. Ogni membro può proporre l’iscrizione all’ordine del giorno di argomenti che rientrano nella competenza della commissione. Il Presidente decide sulla richiesta e, in caso di diniego, il consigliere proponente può chiedere che la decisione definitiva sia adottata dalla commissione”. Purtroppo, anche in questa circostanza, nessuno dei presidenti di commissione destinatari, né il presidente del consiglio comunale, né il sindaco, hanno inteso vagliare la richiesta ed esprimere un assenso oppure un diniego alla stessa, con ciò integrando una ennesima violazione di regolamento e una ennesima compressione dei diritti dei consiglieri comunali.
Per tutto quanto sopra esposto, sono a richiedere un Suo autorevole intervento volto a stigmatizzare le illegittimità commesse dall’Amministrazione comunale di Teramo, sollecitando tutti gli atti dovuti ed un maggiore rispetto – da qui in avanti – per i diritti di tutti i consiglieri comunali, molti dei quali incorrono al pari dello scrivente nelle medesime mancanze di rispetto, ancor più gravi in quanto rivolte non a singoli soggetti, ma ai rappresentanti istituzionali dell’intera cittadinanza.