Teramo, ‘incubo di una mezza mattina d’estate’: lettera al Direttore Generale della Asl

Teramo. ‘Incubo di una mezza mattina d’estate’: la lettera aperta della consigliera comunale M5s, Pina Ciammariconi, al Direttore Generale della Asl Teramo, Maurizio Di Giosia.

“Le racconto cosa accade in una tranquilla mattinata estiva teramana nel “suo” ospedale.
Arrivo alle 6.30 per evitare il terribile serpentone sotto al caldo terrificante di questi giorni. Ci sono già dodici persone in fila, perlopiù anziane. L’ atmosfera è serena. La situazione è ancora vivibile. I minuti però passano lenti. Il tempo sembra non scorrere. Non ci sono ancora i numeretti da prendere quindi bisogna fare molta attenzione perchè le precedenze guadagnate in fila cominciano ad essere importanti e si iniziano ad ascoltare gli inevitabili “…c’ero prima io”. L’aria è fresca, ma per poco ancora e con il sole battente, certamente la calma non regnerà più sovrana. Una voce richiama la mia attenzione. Una signora anziana (93 anni) chiede una sedia ad un volontario in servizio. Il ragazzo si guarda intorno: non ce ne sono di libere ed è quindi costretto a chiedere ad una signora abbastanza giovane di alzarsi per cedere la sua sedia. La signora si alza lamentandosi: anche lei ha i suoi acciacchi e non vorrebbe restare in piedi ma… la nonnina è più vecchia e la sedia spetta a lei! Un pò distante c’è un anziano seduto alla meglio su di un cubo di cemento. Tenta anche lui la fortuna, ma deve accontentarsi di rimanere nel suo posticino rimediato. Passato questo momento concitato, tornano normalità e silenzio… interrotti nel giro di pochi minuti da un tonfo: una giovane donna incinta cade svenuta a terra. Immediatamente ci prodighiamo in tanti per soccorrerla. Il volontario in servizio però non usa nè radio nè telefono ma è costretto ad andare a piedi all’interno dell’ospedale per chiedere soccorso. Aspettiamo tutti di vedere arrivare qualcuno del personale sanitario ma, dopo qualche minuto, il volontario ricompare – incredibilmente – da solo! Riesce almeno a recuperare una sedia per la signora incinta, in evidente difficoltà. A questo punto mi avvicino e le chiedo se ha bisogno di acqua. Mi risponde che non può bere perchè ha forti nausee. Penso di offrirle un cornetto da mangiare appena avrà terminato il prelievo. Ovviamente non posso andare al bar perchè il serpentone è diventato lunghissimo e perderei il mio posto. Chiedo quindi ad un ragazzo della CRI se può farmi la gentilezza di andare lui al bar e anche se un pò meravigliato dalla mia richiesta si degna lui di farmi il piacere! Bah! A me sembrava che dovesse essere un loro compito assistere chi si trova in difficoltà… Certamente non sono pagati, ma se hanno scelto di fare questo servizio, allora dovrebbero svolgerlo con maggiore dedizione.

Finalmente aprono le tende del pretriage. Continuo a guardare la signora che ha ancora un bruttissimo colorito. Mi avvicino alla tenda e dico all’operatrice addetta alla modulistica che la sua attività forse può aspettare e che sarebbe meglio che qualcuno accompagnasse la signora appena rinvenuta almeno fino all’interno, perchè potrebbe cadere di nuovo. L’addetta mi guarda con stupore, chiedendosi chi possa farlo. Mi permetto di consigliarle di avvertire i ragazzi della CRI, che però in quel momento non ci sono(!). C’è solo il volontario, che fortunatamente capisce che è il caso di accompagnarla.

Che dire direttore generale (mi consenta le minuscole)? Che queste situazioni non dovrebbero succedere? Che forse in questi giorni di solleone si sarebbero potute anche distribuire delle bottigliette di acqua agli ultrasessantacinquenni che NON hanno nessuna precedenza nell’attesa sotto al tendone? Che forse bisognerebbe essere un pò più preparati a gestire le emergenze? Il malore alla signora di stamane l’ha provocato la gravidanza e lei si è ripresa da sola. E se fosse stato un altro paziente con un’altra patologia? Un infarto per esempio?

Direttore, mi permetta un suggerimento: domattina provi ad andare, magari in incognito, è più corretto, a verificare cosa si prova ad aspettare con i “numeretti” il proprio turno. Le consiglio di arrivare prestissimo: non troverà assembramenti mostruosamente lunghi. Vada pure a verificare…e poi si vergogni, almeno un po’ e si scusi con tutti!”

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