Il Procuratore della Repubblica di Teramo, Antonio Guerriero, ha parlato questa mattina in conferenza stampa della recente chiusura dell’inchiesta sul presunto inquinamento dell’acqua del Gran Sasso, fascicolo che vede indagate dieci persone tra Ruzzo Reti, INFN e Strada dei Parchi.
Il Procuratore lo ha fatto non per creare allarmismo, ma per sottolineare la necessità di interventi per evitare che la falda acquifera per ora sicura, possa essere in futuro contaminata.
“Dal canto nostro analizzeremo le posizioni degli indagati, ma la Procura non può intervenire sui problemi strutturali che permangono e per cui ci vorranno anni e fondi. I Laboratori devono essere impermeabilizzati totalmente, solo un km su dodici attualmente lo è. Non vogliamo creare allarmismi, ma spiegare il limite dell’azione della Procura”. Per questo nei giorni scorsi Guerriero ha inviato una lettera alle Istituzioni.
“I problemi strutturali non si eliminano con la nostra indagine – ha proseguito – L’acqua è un bene primario e non può essere messo a rischio. Vent’anni fa la Procura di Teramo avviò un’altra inchiesta e ci furono dei sequestri, furono stanziati 80milioni di euro per la messa in sicurezza ma non sono stati utilizzati per risolvere i problemi. Bisogna ricordare che il Laboratorio si trova all’interno di una faglia sismica attiva ed i terremoti possono determinare crolli. Le sostanze pericolose devono stare per legge ad una certa distanza dalla falda acquifera ed è allo stato attuale follia pensare di fare certi tipi di esperimenti nel Laboratorio”.
Guerriero sottolinea che “la situazione più pericolosa è stata risolta con il provvedimento di sequestro (delle opere di capostazione; ndg). Io bevo l’acqua del rubinetto tutti i giorni e non ci sono attualmente pericoli. E’ necessario però un lavoro organico e complessivo”.
La Procura, insomma, sottolinea alle Istituzioni la necessità di intervenire al più presto per risolvere le problematiche e cancellare il rischio di future contaminazioni della falda.
Il pool di magistrati che si occupa delle indagini è formato dai pm Greta Aloisi, Davide Rosati e Stefano Giovagnoni.