Lo scorso 14 novembre aveva colpito con dieci coltellate la propria compagna al termine di un’accesa lite (pare, non la prima) avvenuta all’interno di un’abitazione a Capestrano (L’Aquila).
Al termine della disputa e dell’aggressione alla propria partner, l’uomo aveva poi ingerito una grande quantità di farmaci, presumibilmente nel tentativo di togliersi la vita.
Il tentato femminicidio fortunatamente non ha avuto l’esito temuto. Per quanto gravemente ferita, la donna è stata soccorsa con successo dal personale dell’ospedale, da dove sarà dimessa a breve. Per l’uomo invece si sono trasferite le porte del carcere dell’Aquila. Tuttavia, l’aggressore è stato recentemente trasferito in un’altra struttura carceraria, quella di Teramo.
I motivi del trasferimento
Per quanto concerne i motivi del trasferimento, a discuterli è stato l’avvocato difensore del 36enne macedone accusato di tentato omicidio dalla Procura della Repubblica, con le aggravanti dei futili motivi, dell’uso del coltello e del rapporto di coniugio.
Il legale dell’aggressore ha infatti presentato una istanza di trasferimento per il rischio di possibili ritorsioni nella struttura detentiva aquilana. L’uomo ha infatti temuto ripercussioni da parte degli altri detenuti a causa della condotta perpetrata ai danni della compagna. Sulla vicenda proseguono le indagini della compagnia Carabinieri di Sulmona (L’Aquila), territorialmente competente.
Ricordiamo come a disciplinare i motivi del trasferimento carcerario sia il dispositivo dell’art. 42 della Legge sull’ordinamento penitenziario, secondo cui i trasferimenti sono disposti per gravi e comprovati motivi di sicurezza, per esigenze dell’istituto, per motivi di giustizia, di salute, di studio e familiari.
La legge prevede in ogni caso che nel disporre i trasferimenti i soggetti interessati siano comunque destinati agli istituti più vicini alla loro dimora o a quella della loro famiglia, “ovvero al loro centro di riferimento sociale, da individuarsi tenuto conto delle ragioni di studio, di formazione, di lavoro o salute. L’amministrazione penitenziaria dà conto delle ragioni che ne giustificano la deroga”.
Evidentemente, da quanto è stato reso noto, il rischio per l’incolumità dell’uomo è rientrato all’interno di quanto previsto dal dispositivo di legge. Di qui, il via libera al trasferimento in un’altra struttura carceraria, dove attenderà di conoscere la pena per l’aggressione ai danni della compagna.