Il territorio di Tossicia al centro di una segnalazione arrivata alla nostra redazione da parte di un cittadino che, da circa un mese, sta assistendo “a un proliferare di strane postazioni piramidali fatte di ferro e cemento in molte zone”.
“Pensavo, non solo io, che si trattasse di casi isolati”, racconta il nostro lettore. “E, invece, sono tante, sparse un po’ ovunque, robuste, in acciaio, su solide basi di calcestruzzo anche di due metri per cinque, alte quasi tre. Ma cosa sono di preciso? Il sindaco ha detto indicatori di sentieri, ma a volte il sentiero non si capisce se c’è o no, dove inizia e dove finisca. Mi domando come sia possibile riversare tra le nostre campagne e le nostre colline una tale quantità di cemento e acciaio? A due passi dal Parco, in modo così invasivo. In una realtà che cerca disperatamente di trovare la sua vocazione turistica e ambientale”.
“Ne sono state individuate finora circa una decina, a distanza di 700/800 metri l’una dall’atra. Ce n’è una anche al cimitero, proprio al centro del prato verde antistante. Quest’area è sempre stato un piccolo gioiello, tra il viale dei cipressi, le case antiche di Tossicia sullo sfondo e, da un lato, i resti architettonici del convento della Madonna della Cona. Ah, dimenticavo il Gran Sasso in lontananza. Insomma, una piccola oasi fuori del tempo, di arte e natura, semplice e stupenda, con una storia di secoli, di santi e di uomini. Da poco pare ne sia spuntata un’altra, nel piccolo spazio verde davanti al ruscello di Corelli, uno dei punti più belli della nostra zona, tra una vecchia fonte, il letto roccioso del ruscello e le sue graziose cascatine”.
E ancora: “Questo non è più il risultato di scelte politiche non condivisibili, è un attacco al territorio vero e proprio. Dicono, è stato un progetto del Pnrr (il cui sessanta per cento dovrebbe riguardare la riconversione ecologica!), anzi del Pnc, o che altro. E allora? Non si può accettare di tutto solo perché ci sono i soldi pubblici per poter fare qualcosa. Bisogna che questo qualcosa abbia un senso, e non si risolva in un danno. Di fronte a certe scelte bisogna dire di no, fermarsi”.
“A parte tutte le critiche, in fondo, anche questa pazzia, potrebbe andare nella direzione di una valorizzazione dell’occupazione e dell’economia territoriale”, conclude il nostro lettore. “Per quanto mi sforzi, non vedo nulla che vada in questa direzione. Per cui non posso non farmi un’ultima domanda. Tutto questo, infine, quanto sta costando alla comunità? “L’Abruzzo sarà una regione modello nel campo della transizione ecologica” ha dichiarato qualche giorno fa il presidente Marsilio. Non si riferiva di certo a Tossicia. Qui, a mio giudizio, non c’è la riconversione ecologica, c’è l’inversione ecologica!”.