E mentre in queste ore, sul piano formale, qualcosa si concreto si sta muovendo con l’ordinanza sindacale che impone all’Anas di tagliare 16 tigli e di mettere in sicurezza altre 13 alberi, resta paradossale anche la situazione delle famiglie che vivono in via Risorgimento e che dallo scorso 17 di settembre, giorno nel quale il transito sulla strada è stato interrotto, in pratica sono sequestrate in casa.
La lettera aperta
Noi rappresentanti delle famiglie dei residenti denunciamo il grave stato di abbandono e di isolamento lesivo dei più elementari diritti e degli interessi privati dell’area che la gestione Anas continua a mortificare prolungando uno stato di fatto ormai inaccettabile.
Non è possibile entrare o uscire dalle abitazioni con gli automezzi e si è costretti ad utilizzare varchi abusivi ricavati da passaggi che insistono su proprietà private.
Non sono stati predisposti spazi di sosta ove poter lasciare le auto dei residenti a monte o a valle della zona interdetta.
Non è comprensibile perché si sia ravvisato un pericolo per il traffico veicolare su via Risorgimento mentre è permesso l’accesso pedonale alle abitazioni in palese contraddizione.
Non è possibile ricevere nelle abitazioni i mezzi di soccorso, i servizi postali, le guardie mediche e le autombulanze per le necessità sanitarie, i mezzi di trasporto scolastico.
E’ stato sospeso il servizio di conferimento dei rifiuti domestici che pertanto dopo tre settimane continuano ad accumularsi con gravi problemi igienici per le famiglie.
L’ordinanza è riuscita persino a “sigillare” dentro l’area interdetta una attività commerciale di vendita al minuto che ad oggi risulta irraggiungibile dai clienti con conseguenze catastrofiche sugli incassi.
Tutto questo accade alla luce del sole, come se nulla fosse, a seguito di un provvedimento che Anas ha emanato a tempo indeterminato incurante della lesione dei diritti e dei servizi primari ed indispensabili da garantire ai residenti.
Anas all’indomani della chiusura non ha neppure attivato un percorso di gestione delle criticità accollate ai residenti e neppure azioni di somma urgenza per ripristinare la sicurezza e la normalità nei tempi brevi.
Una condizione paradossale, incredibile, indegna di uno stato civile che presto potrebbe condurre ad una ancora più incredibile evacuazione dei residenti per motivi chiaramente risolvibili e peraltro risolti in poche ore ovunque nella provincia si siano verificati crolli di alberature.
Siamo di fronte ad una gestione non più condivisibile.
Pertanto noi residenti di via Risorgimento rivolgiamo un appello
al Sindaco di Martinsicuro,
all’Unione dei Comuni della Val Vibrata,
Alla Protezione Civile Regione Abruzzo
al Presidente della Regione Abruzzo
perché si accerti nelle sedi legali se la gestione Anas sia caratterizzata da equilibrio o da un probabile eccesso di potere reiterato in alcuni percorsi intrapresi, in tali scelte e metodi messi in campo a discapito del servizio della viabilità pubblica e della corretta manutenzione del viale.
Noi residenti auspichiamo inoltre una immediata convocazione presso il Ministero delle Infrastrutture di un tavolo di confronto per valutare e verificare attentamente i contorni dell’attuale gestione Anas in relazione ai rovinosi risultati che ad oggi si stanno determinando nella vita sociale ed economica del nostro territorio, nella gestione e preservazione delle risorse ambientali anche in riferimento ai temi della pubblica incolumità, nella sicurezza stradale da garantirsi secondo il rispetto della legge e la tutela dei diritti dei soggetti terzi coinvolti.
Non appare più tollerabile la condizione di sospensione dei diritti di residenza e dei diritti economici causati da una gestione tanto insoddisfacente da non essere riuscita neppure a garantire la normalità del transito veicolare su un viale che nella sua storia centenaria non ha mai subito interruzioni di sorta da parte di nessun gestore incaricato.