Silvi. L’amministrazione comunale ha celebrato la giornata della Memoria con la consegna da parte del sindaco Andrea Scordella di una targa a Paolo Losacco, uno dei sopravvissuti ai campi concentramento nazisti. La targa recita: “Testimone delle barbarie che sono state scritte nelle pagine più significative e tristi della storia recente”.
“Nel 1944, quando Losacco, allora diciottenne, fu prelevato a Milano dove abitava con la famiglia nel corso di un rastrellamento delle milizie fasciste della Repubblica Sociale e arruolato nel 3° Reggimento Bersaglieri di stanza a Tortona dove fece l’addestramento militare. Successivamente fu trasferito in un bunker sulla linea ferroviaria Genova Ventimiglia dove rimase a presidiare un ponte insieme ad altri 6 giovani soldati italiani e un drappello di tedeschi. Quando di lì a poco si sparse la notizia che gli alleati erano ormai nelle vicinanze, il comando tedesco dispose che tutti i soldati italiani fossero trasferiti in Germania. In realtà, quella disposizione si trasformò in una vera e propria deportazione in particolare per chi, come Losacco aveva tentato la fuga dopo aver abbandonato le armi. Da quel momento iniziò il suo triste calvario. Dopo il processo/farsa a cui era stato sottoposto a Genova, dal quale uscì condannato a 30 anni di carcere, fu trasportato con i suoi compagni su vagoni merci da un capo all’altro della mitteleuropa. Conobbe le carceri di Friburgo, Dresda, Essen, Lipsia ed altre ancora fino ad arrivare alla Fortezza di Torgau. Da lì, nel novembre del 1944, fu destinato al campo di concentramento Strafalgar di Zoschenn, campo satellite di quello di Buchenwald, riservato ad ebrei e prigionieri politici. Mesi e mesi trascorsi tra gli stenti, la fame, i lavori forzati e le sevizie dei soldati tedeschi… Poi, finalmente la liberazione da parte di soldati russi e polacchi. Quando lo liberarono, Paolo Losacco pesava 37 chili ed era irriconoscibile per i segni della sofferenza e della fame !.. Nella primavera del 1945 fu raccolto da mani pietose e trasportato in un ospedale di Praga, attrezzato alla meno peggio dove ebbe le prime amorevoli, ancorché non adeguate, cure. Con uno stratagemma e con la pietosa complicità di una infermiera polacca riuscì a salire su un mezzo che riportava i soldati francesi in patria. A Parigi fu ricoverato nell’ospedale Salpètrière, grande e antico centro ospedaliero universitario, dove Paolo Losacco pian piano tornò alla vita normale”, si legge nella nota del Comune.
“Per noi – ha detto il sindaco Andrea Scordella – che non abbiamo vissuto quei terribili momenti, avere la possibilità di conoscere quelli che sono sopravvissuti allo sterminio nazionalsocialista, o nazismo, di Hitler e raccogliere le loro testimonianze rappresenta un’occasione per renderci conto realmente dei crimini che le deviazioni ideologiche sono state capaci di commettere. Per questo il “giorno del ricordo” è e resterà per sempre nella storia dell’umanità un momento di grande riflessione e di costante insegnamento per noi e per le generazioni che verranno”.