Roseto. Lettera aperta alle Istituzioni e ai partiti politici sull'”efferro povertà della Riserva di Borsacchio a livello regionale”.
L’associaizone Roseto Borsacchio scrive:
“In economia si chiama effetto ricchezza quello che succede quando cresce il valore di mercato degli immobili (case e terreni) per cui la gente che ha proprietà immobiliari si sente piu’ ricca e tende a consumare di più (più ristoranti, più viaggi, macchina e TV nuove) a prescindere dell’effettivo incremento del reddito. Si ha così una crescita generale dell’economia.
L’effetto povertà è l’esatto contrario.
La Riserva Borsacchio di Roseto ha portato un fortissimo effetto povertà in zona, e ora potrebbe portarlo a livello regionale.
Con la Riserva Borsacchio i valori dei terreni dove c’è la Riserva sono scesi a picco. Non potendo fare un’agricoltura moderna per l’impossibilità delle strutture (con la Riserva non si è potuto costruire cantine, stalle, impianti di trasformazione) nessun agricoltore che lavora in modo efficiente e redditizio può acquistare e quindi i terreni valgono pochissimo. Non puoi costruire nuove case (per il divieto assoluto di nuova edilizia), non puoi coltivare in modo efficiente, e quindi hai distrutto il valore del terreno. Così si è impoverito l’intero territorio di Cologna, centinaia di famiglie hanno visto annientarsi il patrimonio di famiglia (terra e casa) e addirittura anche il diritto a vivere dove sono stati i loro antenati non potendo costruire una nuova casa quando si sposavano. È stata la fine per centinaia di famiglie. E tutto questo senza una giustificazione ambientale, perché non c’è nessuna emergenza ambientale sulla strada statale o sulla stragrande maggioranza delle colline.
Da tre mesi è nata a Roseto l’Associazione agricoltori, proprietari e residenti (pagina fb Associazione Roseto Borsacchio) per contrastare gli eccessi e le ingiustizie della Riserva. Ha presentato delle Osservazioni in Regione per il miglioramento della Riserva ed anche un progetto di riperimetrazione che ridurrebbe il territorio soggetto a riserva da 1.100 a 400 ettari, lasciando comunque in riserva tutte le parti del territorio meritevoli di una particolare tutela ambientale.
Che succederà se la Riserva rimarrà invece come è adesso? A livello regionale ormai gli agricoltori e i proprietari terrieri cominciano a prendere consapevolezza di quello che è successo a Roseto.
Rifondazione comunista ha proposto nel 2005 in Consiglio Regionale l’istituzione di una riserva, nella proposta si parlava di 40 ettari, nel testo di legge approvato dal Consiglio erano divenuti 110 e poi misteriosamente pochi mesi dopo il Consiglio ne ha approvati 1.100, senza mai un approfondimento, con l’approvazione avvenuta di notte, destinando addirittura 500.000 euro annui di fondi regionali (i nostri soldi) solo per gestire la riserva.
Quello che è successo a Roseto può succedere in ogni momento in tutta la Regione. Un gruppo di potere prende di mira un territorio, ci fa istituire dal Consiglio Regionale una riserva (con un’estensione totalmente arbitraria, passa di notte senza dibattito e senza motivazioni come è successo a Roseto) e poi e’ la fine per la popolazione.
Se adesso la Regione non prende in considerazione le proposte di riesame della riserva presentate dall’Associazione agricoltori e proprietari, significa che la Regione conferma in pieno l’iter istitutivo della Riserva a Roseto, quindi quello che è successo a Roseto (la nostra rovina) si può ripetere.
Questo significherebbe che tutti i terreni e le case in campagna in Abruzzo sarebbero a rischio riserva, basta che un gruppo di potere prenda di mira quel territorio.
Se è così chi comprerà terreni in Abruzzo con il rischio che in ogni momento possono annientarsi nel loro valore perché ci possono mettere una riserva?
Questo timore della distruzione del valore dei terreni diventa quella che in economia si chiama profezia autoavverantesi, cioè il timore stesso di un evento economico è sufficiente a farlo accadere, come per le crisi bancarie.
Quindi il timore che i terreni possano annientarsi nel loro valore perché in ogni momento in ogni parte del territorio abruzzese può piombare una riserva (come è successo a Roseto dove hanno fatto riserva naturale la strada statale e le normali colline teramane), di fatto comporta l’annientamento progressivo del valore dei terreni su tutto il territorio. È il RISCHIO RISERVA.
È la fine dell’economia agricola abruzzese.
A Roseto, con la protesta contro la Riserva Borsacchio, si sta combattendo una battaglia di civiltà, per la difesa del diritti al lavoro e alla proprietà degli agricoltori. Se perdiamo questa battaglia è la sconfitta della dignità degli agricoltori e proprietari di terreni in Abruzzo e l’effetto povertà per l’economia abruzzese”.
Lettera firmata