Il corteo umano, in silenzio, si è snodato da piazza della Libertà sino a raggiungere la piazza antistante il Municipio. Riflessioni attente su cosa è la mafia, su come ha agito, sulla sua evoluzione nel tempo. Con la consapevolezza che non si può e non si deve abbassare la guardia. Sul palco in serata è salito anche il senatore Lorenzo Diana, che ha fatto parte della commissione antimafia.
Nel 2008 ha ricevuto il Premio Borsellino perché considerato uno dei massimi esponenti nella lotta alle mafie. Il clan camorristico dei Casalesi progettò negli anni ’90 di ucciderlo. Ha subito minacce e un attentato. Ma ha anche dovuto subire l’onta di un avviso di garanzia per concorso esterno in associazione camorristica.
Dopo quasi 4 anni la richiesta di archiviazione. Oggi parla ai giovani, ricorda il ruolo avuto dai giudici Falcone e Borsellino, i loro insegnamenti e cosa hanno lasciato. Lorenzo Diana va nelle scuole, parla ai ragazzi, racconta la sua esperienza, esorta chiunque a non chiudere gli occhi, a ribellarsi dinanzi alle ingiustizie. Contro le mafie dunque bisogna combattere con la legalità. Una battaglia necessaria per non essere risucchiati dal gorgo della criminalità. Le mafie non uccidono solo i giudici, i giornalisti o i politici che le combattono.
Le mafie uccidono anche i sindacalisti. Pochi probabilmente sono a conoscenza del fatto che chi ha lottato per la difesa dei diritti del lavoratore è stato trucidato da sicari ingaggiati da clan malavitosi.
Il sindaco Sabatino Di Girolamo ha sottolineato l’importanza della giornata vissuta dalla città di Roseto nell’ambito del Premio Borsellino tutto l’Anno che nel giorno del 27esimo anniversario della strage di Capaci ha accolto una serie di eventi che hanno coinvolto soprattutto le nuove generazioni. La mafia oggi ha una nuova pelle. Il mafioso dell’era moderna ha un grado di cultura elevato perché ha necessità di entrare direttamente nei luoghi di potere.