Perché al fianco di queste famiglie ci sono ancora oggi decine di volontari che continuano a distribuire beni di prima necessità. L’emergenza sanitaria e il conseguente blocco per oltre due mesi ha impedito soprattutto a chi viveva alla giornata di ottenere quel minimo di guadagno per andare avanti.
E in tanti non sono tornati al loro vecchio lavoro giornaliero. In modo particolare donne che si occupavano di lavori domestici, molto spesso pagate in nero. Tornare alla normalità appare difficile, almeno nell’immediato. Manca anche il lavoro stagionale negli alberghi. A Roseto in tanti potevano contare su questa opportunità occupazionale, almeno per 3-4 mesi.
Chi come camerieri, chi come addetto alla sistemazione delle stanze. 350 è un numero destinato a crescere perché secondo le previsioni, entro fine anno, se non ci sarà una ripresa totale dell’economia nel territorio comunale di Roseto, si potrebbe superare la soglia delle 400 famiglie bisognose di aiuti.
Nel frattempo il banco alimentare, il gruppo il vicinato di una volta, le Guide del Borsacchio, i volontari della protezione civile continuano nella distruzione dei pacchi. Grazie soprattutto alla generosità dei rosetani che continuano a donare confermando di essere un popolo solidale.