Giulianova. Controlli sulla filiera ittica dei ristoranti e negozi ittici asiatici. Si è appena conclusa, infatti, la prima fase dei controlli da parte del nucleo controllo pesca della guardia costiera di Giulianova in ristorante e negozi cosiddetti etnici.
L’attività si ricollega a quella condotta nel corso delle passate settimane dal personale della Capitaneria di porto di Pescara, su disposizione del Centro Nazionale di Controllo Pesca del Comando Generale della Guardia Costiera di Roma. Quest’ultimo, infatti, aveva avuto notizia dell’immissione in commercio (anche nelle provincie di Pescara, Chieti e L’Aquila) di un lotto di “uova di pesce volante congelate” (nome comune della specie di Tobiko orange, green e red), contenenti particolari coloranti per i quali sarebbe dovuta essere riportata la dicitura obbligatoria “può influire negativamente sull’attività e l’attenzione dei bambini”.
Sebbene non ci fosse notizia della distribuzione di prodotto della stessa partita anche nella provincia di Teramo, il Comando della Guardia Costiera giuliese – che ha competenza in materia di controlli sulla pesca e commercializzazione di prodotti ittici su tutto il territorio provinciale – a maggior tutela del consumatore, ha fatto scattare una serie di controlli a campione in punti vendita della costa teramana e dell’entroterra, congiuntamente a personale della Asl di Teramo – Servizio Veterinario.
Nello specifico, l’attività ispettiva, che ha interessato alcuni ristoranti e punti vendita a Teramo, Giulianova, Roseto degli Abruzzi, Silvi e Alba Adriatica, ha confermato l’estraneità del territorio Teramano rispetto alla distribuzione della partita in questione di “uova di pesce volante congelate” irregolare.
Nell’ambito degli stessi controlli, però, in un ristorante di cucina giapponese di Teramo, gli ispettori hanno accertato la presenza nei congelatori, di prodotto ittico vario sottoposto a ripetute fasi di scongelamento e ricongelamento, constatando anche l’utilizzo di una partita di tonno pinne gialle esposto per la somministrazione diretta (sushi, sashimi), nonostante le indicazioni in etichetta della confezione acquistata dal ristorante indicassero chiaramente l’obbligo di utilizzarlo esclusivamente previa cottura. Il prodotto irregolare è stato così ritirato dalla vendita, a tutela del consumatore, e a carico del ristoratore sono scattate tre diverse sanzioni per un ammontare complessivo di 4500 euro.