Il tema, al quale hanno preso parte tanti rappresentanti della categoria, si è tenuto a Tortoreto, organizzato dall’associazione giovani avvocati di Teramo. Un momento di approfondimento sugli scenari futuri, promosso in collaborazione con l’amministrazione comunale. Nel contesto della serata c’è stato anche l’intervento del presidente dell’associazione Balneator, Carlo Dezi, che ha tracciato uno spaccato su come è cambiato il mestiere del balneare.
“Fino alla metà dello scorso secolo, in queste zone, la costa in prossimità del mare, vicino alla sabbia, non aveva alcun valore”, ha sottolineato Carlo Dezi, “non la volevano neanche in regalo perché non utilizzabile per la coltivazione.
Le poche famiglie che abitavano la spiaggia vivevano di stenti e per “arrotondare si arrangiavano” in estate accogliendo con teli ombreggianti i signori villeggianti che si deliziavano del bagno in mare: erano i primi turisti e nascevano i balneari”.
Dezi ha ripercorso quella che è stata l’evoluzione del litorale e di come è cambiato il modo di fare balneazione ma non solo.
“Perché dall’altra parte del lungomare, verso ovest, verso il paese, nessuno ha creato attrazioni turistiche, non ha aperto ristoranti, pizzerie, gelaterie insomma, perché nessuno ha creato i servizi turistici che i villeggianti richiedevano? Perché hanno lasciato a noi un onere necessario ma che nessuno voleva fare? Si dava per scontato perché “c’erano gli chalet che lo facevano” Enoi abbiamo trasformato la spiaggia che nessuno voleva in un’industria che piace a molti.
Anche grazie al nostro lavoro il paese è cresciuto: si sono costruite case, alberghi, residence. Case, che dopo gli affitti, sono state vendute e mentre tutta l’economia iniziava a decrescere, trascinata negativamente dalla crisi, gli chalet hanno mantenuto anzi hanno continuato a rinnovarsi e migliorare: ecco che siamo arrivati ai nostri giorni.
Ora lo stato vuole “sostituire” i concessionari delle spiagge non tenendo conto della loro storia, del valore sul territorio, senza pensare che famiglie, generazioni intere ci hanno lavorato con passione e tenacia per trasformare una spiaggia di “vasciapì” a un’industria turistica.
Alcune famiglie di balneari fanno da sempre questo lavoro per migliorare la propria esistenza, ma anche la vita di un paese come Tortoreto: la sentenza dello stato vuole metterle alla porta”.