“Prendiamo atto delle stucchevoli dichiarazioni che si stanno susseguendo sulla stampa da parte di esponenti regionali e provinciali del PD, che offrono l’esatta dimensione di quanto la questione dei fanghi di Ortona sia stata negligentemente sottovalutata ed addirittura ignorata, da parte degli amministratori regionali che avrebbero dovuto, invece, vigilare e giammai esporre gli abruzzesi al rischio (ormai più che concreto) di veder sversati in mare oltre 340.000 mc di sedimenti fangosi provenienti dal dragaggio del porto di Ortona”. Queste le dichiarazioni dei consiglieri comunali di opposizione al comune di Pineto, Luca Di Pietrantonio e Gianni Assogna.
“Fanno letteralmente rabbrividire le affermazioni di assessori e consiglieri regionali che sostengono di nulla sapere di tale questione, poichè trattasi di decisioni adottate in ambito dirigenziale e non politico e solo oggi, chiedono che il presidente della Regione valuti l’adozione di soluzione alternative; così come paradossali suonano le dichiarazioni di dirigenti regionali, che si espongono improvvidamente al posto dei politici, affermando che le sabbie provenienti da bacini portuali sarebbero pulite e che i cittadini d’Abruzzo devono stare tranquilli perché ci saranno puntuali monitoraggi durante le operazioni di immersione di questo immane quantitativo di materiale di risulta”.
“Se è vero che i rappresentanti regionali di maggioranza nulla sapevano di questa vicenda (ma a noi pare molto strano!!!) – tuona Di Pietrantonio – non si comprende cosa facciano in Regione, oltre che percepire benefit e lauti stipendi; è bene ricordar loro, che non si tratta di argomenti voluttuari e di poco conto, ma si tratta di interventi che coinvolgono la salute degli abruzzesi e del nostro mare, con tutto ciò che ne consegue. Se questo non è stato sufficiente a destare il loro interesse, farebbero meglio a rassegnare le proprie dimissioni, consentendo ad altri più titolati, “svegli” e capaci di ricoprire questi ruoli”.
“In merito alle dichiarazioni dei dirigenti regionali apparse sulla stampa e visto che le “sabbie” provenienti dal dragaggio del porto di Ortona sarebbero così pulite, come asseriscono,”, proseguono i due consiglieri, “non comprendiamo come mai non si è pensato di utilizzarle per il ripascimento degli arenili, teso che molti Comuni, tra i quali Pineto, spendono ogni anno cospicue somme di denaro per ovviare al fenomeno dell’erosione delle spiagge”.
“Inoltre, in tema di monitoraggi, ci piacerebbe sapere quale tipo di protocollo verrà seguito e da chi, visto che dai tanti documenti da noi esaminati, ciò non risulta affatto, così come non emergono le modalità operative di questi fantomatici gruppi di lavoro. Parimenti, vorremmo conoscere come faranno ora i nostri politici a mettere una “pezza” a questa infausta vicenda, dal momento che siamo di fronte ad un finanziamento comunitario (quello per il dragaggio del porto ortonese) ed un progetto già ampiamente e da tempo approvato”.
“Di quesiti da porre, ne avremmo tanti, ma la gestione sciagurata di questa vicenda da parte di tutti coloro che a vario titolo sono intervenuti nell’iter autorizzatorio è del tutto evidente; così come evidente è che gli amministratori regionali stiano occupandosi della vicenda solo dopo la pubblica denuncia dei sottoscritti consiglieri comunali, inoltrata prima sui social e poi a mezzo stampa, unitamente al grido di allarme del membro del CdA Pietro Palozzo, che ricordiamo essere rappresentante della nostra compagine politica di opposizione in seno all’AMP, Torre del Cerrano”, sottolineano Di Pietrantonio e Assogna.
“Abbiamo appreso che martedì 13 febbraio vi sarà un tavolo tecnico regionale per discutere di questa annosa vicenda e cercare una soluzione alternativa, riteniamo opportuno che a detto tavolo, oltre coloro già chiamati a partecipare, vi siano anche i rappresentanti della opposizione pinetese, nella persona degli scriventi consiglieri comunali. Del resto, dal momento che il presidente della Regione con un post su facebook ha garantito che nella gestione della vicenda Pineto sarà protagonista, è bene che lo inizi a dimostrare sin da subito, coinvolgendo anche la minoranza consiliare pinetese, nelle diverse fasi che dovranno necessariamente condurre a scongiurare il pericolo di veder sversati in mare 342.000 mc. di fanghi”.
“In ogni caso, giunti a questo punto, l’unico modo per risolvere la questione è annullare in autotutela la determina n. DPC026/29 del 6.02.2018 del Dipartimento Opere Pubbliche e Politiche Ambientali – Servizio Gestione Rifiuti – e lavorare immediatamente ad un progetto alternativo che non preveda alcuno sversamento in mare di questi materiali fangosi, ma ne disponga un riutilizzo sulla terraferma, previo adeguato trattamento. E’ ovvio che laddove la Regione dovesse persistere su tale strada la mobilitazione popolare sarà l’unica arma a disposizione degli abruzzesi e noi siamo già pronti a scendere in piazza”.