Emergono nuovi particolari sull’omicidio di Renata Rapposelli, la pittrice di Tolentino per la cui morte i carabinieri di Ancona hanno eseguito questa mattina gli arresti a carico dell’ex marito e del figlio, Giuseppe e Simone Santoleri.
Secondo la ricostruzione fornita dal procuratore capo facente funzioni, Irene Bilotta, ci sarebbero gravi indizi di colpevolezza a carico dei due raccolti dai militari del nucleo investigativo di Ancona. Nello specifico, sempre secondo gli inquirenti, Renata sarebbe stata uccisa in casa a Giulianova e poi caricata nella notte a bordo della Fiat Seicento. Lì sarebbe rimasta per due giorni, nel portabagagli, avvolta nelle buste della spazzatura, il tutto sigillato con lo scotch.
Il procuratore capo ha spiegato che il cadavere della donna sarebbe rimasto in auto fino al 12 ottobre, quando le telecamere di Porto Sant’Elpidio hanno ripreso la targa dell’auto dei Santoleri lungo la statale Adriatica. Dalle immagini risulterebbe un grosso carico nel portabagaglio, compatibile secondo chi indaga con il corpo della pittrice di Tolentino.
Il cadavere poi sarebbe stato abbandonato nei pressi del Chienti.
IL MOVENTE. L’omicidio, secondo gli investigatori, avrebbe avuto un movente economico. L’ex marito infatti doveva alla Rapposelli circa tremila euro di arretrati.
Giuseppe e Simone Santoleri sono stati prelevati questa mattina dalle forze dell’ordine nella loro abitazione di Giulianova. L’inchiesta ora passerà a Teramo.
INTERROGATORIO. Si svolgerà giovedì, nel carcere di Castrogno a Teramo, davanti al gip del Tribunale di Teramo Roberto Veneziano, l’interrogatorio di garanzia di Simone e Giuseppe Santoleri, figlio ed ex marito della pittrice teatina Renata Rapposelli, scomparsa lo scorso 9 ottobre da Giulianova. Questa mattina, intanto, padre e figlio hanno incontrato in carcere i loro legali e sono apparsi abbastanza tranquilli. “In questi mesi li avevamo preparati a questa eventualità – hanno sottolineato gli avvocati Gianluca Reitano e Gianluca Carradori, che insieme all’avvocato Alessandro Angelozzi difendono Simone e Giuseppe Santoleri – trattandosi di un’ indagine per omicidio. Sono abbastanza tranquilli, per quanto si possa esserlo in una situazione del genere”. I due legali, da una prima lettura dell’ordinanza, ritengono che quest’ultima sia “deboluccia” e “faccia acqua da tutte le parti” annunciano la volontà di fare ricorso al riesame. Per Giuseppe Santoleri, in ogni caso, i legali starebbero valutando la richiesta di un suo trasferimento in una struttura sanitaria. “Per il padre, non essendo le sue condizioni di salute compatibili con il carcere – ha detto Carradori – vedremo di chiedere il trasferimento in una struttura come quella di Villa San Giuseppe, dove è stato ad Ascoli”.