La morte del 48enne continua ad essere sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. L’uomo ha raccontato quanto accaduto
Martino Caldarelli è caduto in una trappola e questa è stata fatale per la sua vita. La ricostruzione fatta dagli inquirenti, anche grazie al racconto di un altro uomo, è stata confermata da uno dei responsabili dell’omicidio. Il fermato, come svelato dall’Ansa, ha svelato ai carabinieri quanto successo quella sera.

Una confessione spontanea e piena da parte di Andrea Cardelli, il 41enne in carcere insieme alla compagna di 15 anni più giovane. Ora nei prossimi giorni l’uomo sarà ancora una volta dal magistrato nei prossimi giorni per avere un quadro più chiaro sull’omicidio di Martino. Ma le dichiarazioni rilasciate dal fermato sembrano comunque confermare quanto ipotizzato in un primo momento. Una trappola che è costata la vita alla vittima. Resta da capire se la morte è avvenuta per l’evolversi della situazione oppure si può parlare di omicidio premeditato.
La ricostruzione della vicenda
La vicenda è stata chiarita anche grazie all’aiuto di un testimone. Un uomo, infatti, pochi giorni prima aveva denunciato una rapina con le stesse modalità con la quale è avvenuto l’omicidio di Martino. Da qui il collegamento e il fermo della coppia, che ora è accusata di aver ucciso il 48enne.
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Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Caldarelli è stato attirato da questa trappola dalla compagna del 41enne. La giovane era riuscita tramite messaggi ad instaurare un rapporto di fiducia con l’uomo e lo aveva invitato nella sua abitazione per consumare un rapporto sessuale. Il 48enne ha accettato e, con la scusa di andare in palestra, si è allontanato dalla casa e raggiunto l’appartamento di Corropoli.

Qui, però, la brutta sorpresa. Ad aspettarlo, infatti, non c’era solamente la giovane, ma anche il suo compagno. Martino ha immediatamente reagito e da qui è nata una colluttazione, che ha portato il 48enne ad essere prima accoltellato e poi colpito con una vanga. La coppia ha portato il corpo in un invaso artificiale e provato a tenere giù con un peso. Alla fine, però, il cadavere è stato rinvenuto e per i due è scattata la misura cautelare in carcere. Ora nei prossimi giorni saranno ascoltati dal magistrato per avere un quadro ancora più chiaro su quanto successo.