Nereto. Il Comune intitola una via ad Oriana Fallaci. Attraverso una recente delibera di giunta, infatti, l’esecutivo guidato dal sindaco Daniele Laurenzi ha deciso di dedicare un vicolo pedonale del centro cittadino alla giornalista e scrittrice.
All’atto di indirizzo politico, seguirà a breve la predisposizione dell’illuminazione e l’apposizione di una targa commemorativa.
“Ci siamo accorti che, nel nostro piccolo centro, nessuno spazio pubblico è dedicato a figure femminili, e da questo “vuoto” abbiamo pensato di utilizzare l’intitolazione di vie o spazi quale strumento di valorizzazione del paese da un punto di vista culturale per ridisegnare Nereto in prospettiva di genere”, sottolinea il sindaco.
“La nostra proposta, che rivolgiamo anche alle minoranze come atto condiviso, e alla Cittadinanza, è quella di individuare spazi fisici da legare a figure femminili significative che hanno segnato la storia, il cui operato è stato fondamentale per la costruzione e la crescita della società”,
Il primo spazio che abbiamo individuato è il vicolo da poco riqualificato e intitolato con delibera a Oriana Fallaci, giornalista libera coraggiosa e di talento che ha impegnato la sua vita nella lotta ad ogni forma di totalitarismo politico, culturale e religioso. Oriana partecipò giovanissima alla Resistenza Italiana e fu la prima donna italiana ad andare al fronte in qualità di inviata speciale. Di lei si ricordano gli ultimi dieci anni di vita, quelli dopo gli attentati dell’11 settembre, e i giovani non la conoscono ma è stata molto di più. Soprattutto è riuscita a farsi strada in un modo fino ad allora precluso alle donne.
Vicolo Oriana Fallaci segna un’attenzione a riequilibrare la nostra storia e la nostra cultura partendo dagli spazi urbani.
E lo vogliamo fare pensando più in grande e cioè coinvolgendo le Scuole in una “didattica attiva” dove loro, i ragazzi, protagonisti di ricerche sulle storie delle donne del nostro paese sceglieranno i nomi delle prossime protagoniste.
Uno strumento che può portare a riflettere su come donne e uomini siano sinergici e fondamentali nel progresso di una Comunità e che ci allontani da ogni forma di violenza di genere. Abbiamo sempre ribadito che le violenze sulle donne sono soprattutto un problema culturale, questo è un ulteriore modo per parlare e riflettere.
Quale sarà il prossimo nome? Vogliamo lo scelgano nelle Scuole, per esempio iniziando dalle madri costituenti, dalle 21 donne dell’assemblea costituente che scrissero insieme ai padri costituenti la nostra Costituzione. Ventuno madri costituenti di cui 2 abruzzesi, due insegnanti, Filomena Delli Castelli di Città Sant’Angelo e Maria Federici Agamben di L’Aquila”.