Si aprirà il periodo della Naspi e un futuro, sul piano occupazionale, denso di nubi e tutto da scrivere. Il tutto senza che le istituzioni siano riuscite a definire strategie utili per evitare che l’azienda chiudesse e senza offrire un ricollocamento alle maestranze, diverse delle quali hanno superato i 50 anni. E se un anno fa, di questi tempi, in occasione del sit in dinanzi al Comune le istituzioni erano presenti, ora il quadro è decisamente desolante. Questa mattina sindacati (Fim Cisl e Fiom Cgil e Rsu) e lavoratori si sono dati appuntamento dinanzi allo stabilimento per incontrare gli organi di stampa e per fare il punto della situazione sulla vicenda.
Licenziamento vicino. Nel giro di un mese arriveranno le lettere di licenziamento per i lavoratori anche perché l’azienda in procedura fallimentare è chiusa e saranno attivi sono gli ammortizzatori sociali. In questo periodo a singhiozzo i dipendenti sono stati coinvolti in percorsi di politiche attive del lavoro con una cassa integrazione anche misera rispetto agli stipendi percepiti in precedenza.
La situazione attuale. I capannoni sono oramai vuoti e la curatela fallimentare ha avviato la vendita dei macchinari e nel frattempo è andata deserta la prima asta per la vendita dell’intero complesso (oltre 6 ettari). Una seconda asta è fissata entro il mese di aprile per un importo di 3,6 milioni. A quel punto, qualora la vendita andasse a buon fine, potrebbero aprirsi scenari per i lavoratori, ossia la possibilità di poter incassare il Tfr.
Il futuro. Resta da vedere chi sarà l’acquirente, qualora ci fosse, e che tipo di utilizzo potrà essere fatto dell’intera area. Di sicuro la fonderia Veco resterà solo negli annali e non da escludere nemmeno un cambio di destinazione d’uso e con il piano di risanamento ambientale dell’area che è già stato programmato.
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