“Caro sindaco, siamo alle solite, ritorno al passato con apparizioni da parte di componenti della giunta a dimostrazione che qualcosa si muove. Quel modo di fare che serve solo a qualcuno ma non serve alla collettività”.
In questo modo, Alfonso Marcozzi, presidente dell’Associazione quartiere Gammarana di Teramo, esordisce nella lettera scritta direttamente al sindaco della città, Gianguido D’Alberto per chiedere di rendere pubblico il piano delle manutenzioni, “perché, senza una programmazione degli interventi e senza che siano resi pubblici i criteri di scelta degli interventi a cui dare la precedenza, è legittimo il sospetto che gli stessi non siano ispirati da criteri ben precisi, ma dalle pressioni che le clientele politiche, ante e post voto, sono in grado di esercitare; il ritorno al passato.
La situazione in alcuni tratti di strade è drammatica: Via Aereoporto, Via Gammarana, Via Tripoti, parcheggi antistanti Campo Scuola, sottopasso FS detto “ponticello”; la situazione manutentiva del verde è da tempo completamente assente (la Team che fine ha fatto), il rispetto delle regole da parte dei privati affinché abbiamo a decoro le aree antistanti gli spazi pubblici a rischio incendio (Area ex Aquiladoro, area sottostante via Luigi Einaudi), la manutenzione delle scarpate stradali è inesistente; altro.
Non è ammissibile che all’incrocio tra Via De Jacobis e Via Luigi Tripoti, ci siano diversi momenti della giornata in cui è impossibile spostarsi a piedi e con i mezzi a motore costretti, tra gincane e altro, a bypassare le automobili ammucchiate ai bordi delle strade ed in prossimità dell’incrocio. Basterebbe che gli organi preposti alla manutenzione risistemassero la segnaletica stradale degna di un paese civile e gli organi di controllo durante le diverse passeggiate ponessero un minimo di attenzione.
Non è ammissibile che lungo la strada, denominata via Romualdi, che fiancheggia il Circolo Tennis luogo di svago e di sport, i maleducati signori attenti al benessere personale ma poco attenti al rispetto civile di spazi pubblici (strade) lascino i propri mezzi a motore occupando spazi per pedoni creando, nel contempo, pericolo continuo in prossimità degli incroci. Basterebbe che gli organi preposti alla manutenzione risistemassero la segnaletica stradale degna di un paese civile, che gli organi di controllo durante le diverse passeggiate ponessero un minimo di attenzione e che i gestori del circolo tennis, gestori perenni di spazi di natura pubblica e non più al servizio anche della collettività, attivassero un percorso educativo per ricordare ai fruitori cos’è l’educazione civica. Oltretutto basterebbe parcheggiare lungo Via Gammarana dove sono stati individuati appositi parcheggi.
Non è possibile che il manto stradale lungo Via Luigi Tripoti presenta una situazione di degrado tale da procurare pericoli quotidiani a quanti cercano di percorre a piedi la menzionata via. Basterebbe che gli organi preposti alla manutenzione ponessero un minimo di attenzione per programmare gli interventi.
Non è possibile che la strada di innesto tra via Gammarana e via Luigi Einaudi non abbia un minimo di protezione quali barriere per le macchine, onde evitare che, prima o poi, qualcuno si ritrovi lungo la scarpata verso il fiume Tordino.
Non è possibile che non venga programmato un intervento sul campetto adiacente la scuola De Jacobis, purtroppo l’unico agorà territoriale presente in Gammarana, intervento consistente nel dotare detto spazio di un’idonea illuminazione oltre all’installazione di un punto di rifornimento di acqua pubblica, sperando che detto bene prezioso possa essere ancora fruito.
In ultimo, ma non meno importante, si chiede di portarci a conoscenza le modalità di interferenza, in termini di sicurezza, per la salute pubblica dell’installazione di un impianto di microcogenerazione improvvidamente installato presso uno spazio adibito ad attività sportiva e in prossimità di abitazioni; trattasi di impianto installato sul campo scuola. Senza dimenticare la perenne chiusura di Via Marozzi strada pubblica da qualche anno ad uso esclusivo da parte di privati.
Caro Sindaco sappiamo benissimo che le responsabilità vanno cercate anche altrove ma non possiamo accettare il replicare di un modello comportamentale oramai desueto”.