Martinsicuro. I gruppi consiliari di Europa Verde e Martinsicuro Villa Rosa Bene Comune hanno chiesto, durante l’assemblea sui lavori programmati sul torrente Vibrata, al sottosegretario alla giunta regionale, Umberto D’Annuntiis e al tecnici del genio civile (Giancarlo Misantoni e Mario Cerroni), si modificare il progetto di sistemazione idraulica del corso fluviale.
Per i due gruppi consiliari, la progettualità non garantisce l’incolumità delle persone che risiedono in prossimità del corso d’acqua nel tratto A14 – foce in caso di esondazione.
“Il progetto non tiene conto della direttiva europea sulle acque e delle alluvioni del codice dell’Ambiente le cui norme esigono progetti di restauro ambientale per la messa in sicurezza degli alvei fluviali finalizzati alla prevenzione del rischio idrogeologico, per una efficace protezione civile”, si legge in una nota.
L’11 novembre scorso, i gruppi consiliari hanno chiesto all’autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, che ha la competenza sui bacini idrografici dell’Abruzzo, di conoscere i dati sulla pericolosità idraulica 2017-2020 del fiume Vibrata.
“Le alluvioni disastrose del fiume Vibrata verificatesi nell’estate 1976 e nell’autunno 1978 sono un monito per l’autorità di Bacino dell’Appennino Centrale, la Regione Abruzzo, l’Unione dei Comuni Val Vibrata.
In quegli anni il fiume uscì dall’alveo all’altezza delle “Casette Flaiani” di via Risorgimento, a Villa Rosa. Le acque di piena raggiunsero 3 mt. di altezza nell’area dell’attuale rotonda che unisce la SS 16 con la SS 259, allagando il piano terra delle case, con gravi danni alle colture agricole, la perdita di bestiame domestico nonché danni alla rete stradale e ferroviaria e all’abitato di Villa Rosa.
Purtroppo negli anni successivi alle suddette alluvioni, le amministrazioni comunali di Alba Adriatica e Martinsicuro, anziché attuare la prevenzione del rischio alluvione, hanno autorizzato la costruzione di edifici di civile abitazione, artigianale e commerciale nelle aree di pertinenza del fiume, occupando il suolo demaniale fino a lambire gli argini,
ignorando le distanze di sicurezza previste dalle leggi vigenti.
Oggi 4.000 persone che abitano a ridosso del fiume ad Alba Adriatica e Villa Rosa rischiano di ritrovarsi sommersi dalle acque di piena a causa del cambiamento climatico globale che produce eventi estremi imprevedibili.
I gruppi consiliari propongono alla Regione Abruzzo e all’Unione dei Comuni della Val Vibrata di chiedere al Governo centrale il riconoscimento dello stato di “emergenza alluvioni del basso bacino del Vibrata”, allo scopo di ottenere i fondi indispensabili per attuare interventi urgenti e strategici per la prevenzione del rischio alluvioni degli abitati di
Villa Rosa e Alba Adriatica.
Il progetto modificato deve prevedere: la ricostituzione delle “ casse di espansione” nelle aree esondabili non antropizzate, in grado di rallentare la velocità delle acque di piena;
la decementificazione delle sponde con l’innalzamento degli attuali argini di almeno 3 mt. e l’allargamento degli stessi di almeno 3 mt., con sistemi costruttivi solidi e
sostenibili, mediante briglie con pietre a secco legate con ferro filato; la rinaturalizzazione delle scarpate basali delle briglie con vegetazione ripariate autoctona per la fitodepurazione delle acque e il rifugio e la nidificazione della fauna selvatica stanziale e migratoria, nel tratto ponte SS 16 – foce, classificato “Oasi di protezione della fauna selvatica” dalla Provincia di Teramo.
Non prelevare gli inerti dall’alveo in quanto sono materiali inalienabili dello Stato i quali devono giungere al mare per il ripascimento naturale della spiaggia.