In realtà si tratta di una scuola che presta attenzione a tutte le tematiche legate alla conservazione del patrimonio ambientale e della biodiversità e che accoglie le sfide dell’agenda 2030 sulla sostenibilità.
E’ in quest’ottica che l’I.T.A. Zoli di Atri sta avviando una collaborazione con il Centro Studi Cetacei, l’Associazione italiana per lo studio dei mammiferi e rettili marini, e con il Centro di Recupero e Riabilitazione delle Tartarughe Marine “Luigi Cagnolaro” di Pescara, che ne costituisce una ramificazione. Quest’ultimo, inaugurato nel 2014, è un vero e proprio “ospedale” delle tartarughe marine e rappresenta uno dei centri per la fauna selvatica marina più avanzati d’Italia con personale ampiamente qualificato e specializzato.
Presso la sua sede, il 23 novembre le classi prime e seconde sono state accolte da due biologi marini per una visita guidata che ha introdotto alunne e alunni nel mondo dei cetacei e delle tartarughe marine.
È su queste ultime che i volontari si sono soffermati maggiormente, trattandone la biologia e i pericoli che hanno determinato nel tempo la loro radicale riduzione numerica: nella lista rossa dello IUCN, il più completo inventario del rischio di estinzione della specie a livello globale, sono infatti a livello “vulnerabile” (probabilità di estinzione superiore al 10% in 100 anni).
Le classi hanno potuto visitare anche l’”ospedale”, costituito da grandi vasche di acqua salata microfiltrata e depurata, in cui vengono ospitate le tartarughe ferite o malate, spiaggiate o recuperate in mare dai pescatori. Al termine della visita, hanno assistito virtualmente alla liberazione di tartarughe che erano state ricoverate nel Centro, ormai guarite e pronte ad essere reintrodotte in natura.
Tanto grandi sono stati l’interesse e la partecipazione degli studenti, che al termine della visita hanno deciso di adottare due tartarughe, finanziandone parte delle spese di degenza.
Così adesso lo Zoli ha due “figlie”: Tiche e Backy. La prima è una Caretta Caretta di 16 kg, che è arrivata al Centro sette anni fa con una grave infezione agli occhi che l’ha resa cieca. Purtroppo non verrà mai rilasciata in natura, perchè il suo handicap le impedirebbe di sopravvivere in cattività. La seconda è una Caretta Caretta di circa 35 anni di età e più di 40 Kg di peso, che si era impigliata nelle reti dei pescatori. È al Centro dallo scorso marzo e la sua salute si è stabilizzata sì da lasciar sperare che presto possa tornare in mare. Gli alunni e le alunne attendono il momento in cui questo avverrà, perchè saranno invitati al grande evento, in cui la “loro” tartaruga riconquisterà la libertà.