La malattia non era simulata: giudice annulla il licenziamento e reintegra la lavoratrice

Notaresco. Era stata licenziata dall’azienda nella quale lavorava da quasi 20 anni per aver simulato una malattia. Un comportamento ritenuto grave e dunque meritevole di licenziamento.

Questa ricostruzione, però, è stata smontata dal giudice del lavoro che ha annullato il licenziamento e con la stessa ordinanza ha disposto il reintegro del posto di lavoro con la condanna al risarcimento dei danni.

Il giudice del lavoro Daniela Matalucci, infatti, ha accolto il ricorso di una dipendente di una nota industria dolciaria che nel 2021 aveva licenziato la donna perchè accusata di aver simulato la malattia (e dunque assenza dal lavoro), aspetto questo “aggravato” da comportamenti pregressi visto che la lavoratrice che si sarebbe recata al lavoro con “trucco eccessivo” rispetto a quelli che erano i regolamenti aziendali.

In pratica l’episodio della malattia, secondo l’azienda, andava ad integrare un comportamento di malafede, che poi si è concretizzato con il licenziamento.
La lavoratrice E.L., difesa dagli avvocati Antonella Scipioni e Roberto Conte, si è rivolta al giudice del Lavoro che ha annullato il licenziamento, con ordinanza del 9 marzo 2023, disponendo la reintegra nel posto di lavoro ed il risarcimento dei danni in favore della lavoratrice.

L’azienda è stata inoltre condannata alla ricostituzione della posizione contributiva e previdenziale maggiorata degli interessi ed al pagamento delle spese processuali.
Il giudice, si legge nel dispositivo, ha accertato che la malattia “contestata” non era simulato, ma reale e che il datore di lavoro lo aveva invece ritenuto non veritiero. In Quanto il certificato medico telematico, inviato dal medico curante, sarebbe stato retrodato in quanto quanto al giorno dell’insorgenza dello stato patologico. Circostanza, questa, che è stata sottolineata anche dallo stesso medico, sentito dal giudice, e che avviene nella quasi totalità dei casi.
In sede di giudizio, sono state accolte tutte le richieste avanzate tutte le richieste formulate dalla lavoratrice, che ora potrà tornare sul posto di lavoro.

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