Giulianova. Un balneatore giuliese vincere il ricorso al TAR contro gli enti che hanno negato il prolungamento della concessione demaniale.
Lo ha reso noto Riccardo Padovano, presidente del Sib-Confcommercio Abruzzo che esulta per la sentenza emessa dal Tar Abruzzo dell’Aquila riguardante lo stabilimento Arlecchino di Giulianova che ripristina il principio di legalità nel settore delle concessioni demaniali e della loro gestione visto che era stato negato il prolungamento dal 2015 al 2035.
“Sono davvero entusiasta di questa sentenza – spiega Padovano – perché il Tar dell’Aquila ha sconfitto il Comune e altri enti che hanno negato al concessionario l’estensione della concessione, la cosiddetta proroga che in merito alla sentenza si trasforma da concessione a licenza a sei anni ad atto formale pluriennale come previsto dal Codice della Navigazione e dalla legge 88 del 2001. Nella legge è scritto che le concessioni demaniali, presentando un piano di investimenti in linea con i piani demaniali regionali e comunali, possono richiedere l’estensione della concessione in modo da poter rientrare dall’investimento posto in essere. È bene chiarire come ci siano due tipologie di concessioni demaniali: quella con infrastruttura di facile rimozione e quella con infrastruttura di difficile rimozione. Nel caso della sentenza parliamo della seconda fattispecie: in questo la proprietà del manufatto come della superficie è dello Stato e il concessionario prima di fare una ristrutturazione, chiedere il permesso a costruire o anche la sostituzione degli infissi, pavimenti o qualsiasi altra cosa deve chiedere l’autorizzazione dell’Agenzia del Demanio. Ottenuti questi permessi formali il concessionario avvia l’iter per l’approvazione. Ottenuto il via libera fa l’investimento e avviati e conclusi i lavori si chiede l’estensione della concessione perché non è più a licenza ovvero a tempo. Ma quando faccio un investimento e quindi rientro nel legittimo affidamento deve essere riconosciuta un’estensione in base a quanto speso, senza che la concessione si perda dopo quattro anni”.
Padovano plaude anche al coraggio del balneatore che ha deciso di presentare ricorso al Tar:
“Mi chiedo chi sia colui che da dietro una scrivania si è arrogato la facoltà di negare un diritto che spettava, perché io titolare di una concessione demaniale devo interpellare un avvocato e ricorrere al Tar? Quale corrente di pensiero ha indotto quel funzionario a bloccare gli investimenti? Faccio i complimenti al collega Morgan Di Concetto e lo ringrazio perché ha avuto il coraggio di sfidare per un principio di cui aveva diritto. Sono anni che ribadisco come di fronte a un investimento si debba riconoscere un giusto periodo di tempo per rientrare dai costi dallo stesso. I Comuni devono convocare una conferenza dei servizi per valutare quanto tempo meritino i singoli investimenti, ma non si può dire di no a priori. Questa corrente di pensiero ha scoraggiato diversi investimenti da parte di miei colleghi. La Confcommercio è a disposizione di tutti con i suoi uffici legali visto che la sentenza del Tar ha chiarito quale sia la situazione”.