Ma in prossimità delle banchine di ormeggio il deposito del sedime è maggiore, riducendo ulteriormente la profondità che a volte è anche inferiore ai 2 metri. Il presidente dell’Ente Porto Valentino Ferrante è a conoscenza del problema che è stato portato all’attenzione dagli stessi pescatori.
L’insabbiamento interessa lo specchio di mare delimitato dal nuovo braccio e il molo nord (qui addirittura a ridosso degli scogli la profondità è inferiore ad un metro), il molo sud nella zona di delimitazione per gli ormeggi di imbarcazioni da diporto, e la zona dove attraccano le vongolare.
L’Ente Porto chiederà alla Regione Abruzzo di prevedere un piano di intervento per operazioni di dragaggio per riportare la profondità del bacino portuale ad uno standard di 5 metri, misura che consentirebbe a imbarcazioni anche di stazza maggiore di poter entrare in porto. I passaggi previsti sono diversi.
Il primo riguarda la copertura finanziaria delle operazioni che potranno essere eseguite probabilmente nella prossima primavera, il secondo passaggio riguarda l’analisi chimica e non solo dei sedimenti presenti sul fondale. Perché sei i materiali da rimuovere non presenteranno elementi inquinanti, potranno essere eventualmente utilizzati per opere di ripascimento.
Per quanto riguarda la risoluzione del problema insabbiamento del porto di Giulianova, solo con il completamento della nuova imboccatura con la realizzazione anche del secondo molo convergente si potrà avere una risposta efficace.