La vongola nostrana anche su fondali ad oltre un miglio dalla costa, ad una profondità di circa 7/8 metri. Il Cogevo, Consorzio di Gestione delle Vongolare di Giulianova, ha deciso di indossare i panni dell’allevatore di vongole.
Il termine è improprio ma rende l’idea sul progetto che gli armatori hanno deciso di mettere in campo e di attuare immediatamente. Ovvero quello di favorire nuove aree di sviluppo per il novellame, ampliando di fatto il raggio d’azione delle vongolare stesse. Da alcuni giorni alcune vongolare del Cogevo hanno il compito di prelevare il novellame dai fondali ricchi del pregiato mollusco rigettandolo in mare in zone definite di ripopolamento che si trovano entro un miglio dalla costa.
Una semina vera e propria che consente al prodotto di radicarsi in zone povere di venus galina. Giovanni Di Mattia, presidente del Cogevo, e il suo vice Walter Squeo, nonché segretario della Federpesca Abruzzo, hanno sottolineato l’importanza di tale azione che punta a creare altre zone di pesca, tutelando inoltre quelle esistenti. In questo modo il prelievo delle vongole sarebbe costante nel tempo e soprattutto differenziato. Perché i fondali di pesca ciclicamente osserverebbero un periodo di riposo favorendo la crescita del novellame.
Oltretutto il progetto consente anche di superare tutti quei problemi nati con l’istituzione dell’Area Marina Protetta del Cerrano che ha di fatto ridotto gli spazi di pesca delle circa 80 vongolare del Cogevo. I fondali interessati dall’iniziativa sono al largo di Giulianova, Roseto e l’area tra Tortoreto e Alba Adriatica.