E’ terminato il fermo deciso dalla categoria per facilitare il ripopolamento dei fondali. Tra fermo biologico obbligatorio e fermo volontario, da alcuni anni gli armatori delle vongolare tengono a riposo i fondali per circa 4 mesi l’anno (in alcuni periodi anche sei mesi) per tutelare la venus galina, pregiato mollusco bivalve molto presente nella cucina marinara.
Tra i provvedimenti inseriti nel disciplinare di autoregolamentazione anche il fatto che ciascuna imbarcazione può pescare sino ad un massimo di 30 sacchi, circa 3 quintali di vongole.
Questo consente di carniera il prezzo all’ingrosso e soprattutto di immettere sul mercato solo la quantità richiesta. Con l’autoregolamentazione, il Cogevo è riuscito in questi anni a facilitare il ripopolamento delle vongole soprattutto in quei fondali dove alla fine degli anni Novanta si era registrata quasi una desertificazione del prodotto, complice una pesca senza scrupoli ma anche per una moria determinata da agenti inquinanti trasportati dai fiumi.
Questa situazione, grazie anche alle battaglie degli stessi armatori, è notevolmente migliorata. Ma come hanno più volte ricordato il presidente Di Mattia e il suo braccio destro Walter Squeo, della Federpesca Abruzzo, è assolutamente vietato abbassare la guardia. Ci sono fiumi che purtroppo continuano a scaricare acque non pulitissime per via di un sistema di depurazione che in molti casi lascia a desiderare.
Comunque, con il ritorno in mare lunedì le vongolare avranno modo di verificare lo stato dei fondali. Nel frattempo, gli armatori invitano gli organi competenti a tenere sotto controllo i fiumi, attaccati molto spesso da scarichi abusivi.