Giulianova. È con due condanne per falso e abuso d’ufficio che si è concluso il processo per il presunto abuso edilizio di palazzo Gavioli a Giulianova.
Prescritti, invece, i capi di imputazione relativi ai presunti abusi edilizi.
Nello specifico i giudici del Tribunale di Teramo (presidente Sergio Umbriano, a latere Lorenzo Prudenzano e Carla Fazzini), hanno condannato rispettivamente ad un anno e sei mesi e ad un anno, pena sospesa, l’allora responsabile del procedimento amministrativo relativo alla variante del permesso a costruire Roberto Olivieri e Dino Gavioli, quest’ultimo amministratore della Gavioli Arte e Restauri Srl, società titolare del permesso di costruire.
Ai due veniva contestato il concorso in falso ed abuso d’ufficio per il rilascio alla società Gavioli del permesso a costruire in variante, permesso che le avrebbe dato la possibilità di realizzare opere in contrasto con il Prg. Accusa che veniva contestata anche a Flaviano Core, in qualità di dirigente, che è stato invece assolto perché il fatto non costituisce reato.
I giudici hanno poi dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per i presunti abusi edilizi nei confronti di Dino Gavioli, Nino Gavioli, Roberto Olivieri,
Severino Di Donato e Valter Di Domenico e l’assoluzione, sempre per le stesse contestazioni, per non aver commesso il fatto per Luciano Lenzi e Mario Maurizio Nori.
Disposta, infine, la confisca dell’immobile, sul lungomare di Giulianova. Immobile che, secondo l’accusa, sarebbe stato realizzato in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico in assenza di permesso di costruire, con i lavori cominciati dopo la scadenza annuale del termine per l’avvio degli interventi.
“Rispettiamo la sentenza – hanno commentato i legali di Dino Gavioli, gli avvocati Massimo Manieri e Tonino Cellini – aspettiamo di leggere le motivazioni ma annunciamo fin d’ora che faremo ricorso in appello”.