Varato il piano del fermo biologico sul versante adriatico. Anche per quest’anno la scelta operata dal Ministero delle Politiche Agricole è stata quella di un frazionamento del provvedimento in modo tale da garantire comunque la presenza sui banchi dei vari mercati il prodotto dell’Adriatico.
E mentre dalla notte scorsa il fermo è scattato per i comparti da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari, per quanto riguarda il medio Adriatico, quindi da San Benedetto del Tronto a Termoli, le imbarcazioni dello strascico si fermeranno dal 15 agosto sino al 13 settembre. In questo lasso di tempo la quantità di prodotto ittico dell’Adriatico sarà notevolmente ridotta.
Secondo Coldiretti, le imbarcazioni del medio Adriatico che operano in questo settore della pesca garantirebbero appena un ottavo del pescato che solitamente finisce sui mercati nel periodo di pieno regime dello strascico. Il fermo non riguarderà la pesca da posta, ovvero retine e nasse attività svolte degli operatori della piccola pesca.
L’introduzione del fermo biologico fu una scelta operata circa 20 anni fa per consentire il ripopolamento dei fondali dell’Adriatico, sempre più depauperati per l’azione costante di pescherecci a strascico, divenuti nel tempo sempre più grandi e con una capacità di saccheggiare i mari preoccupante. Secondo alcuni esperti, il riposo obbligatorio dei pescherecci dello strascico andrebbe applicato a primavera, quando oltre il 70 per centro delle specie ittiche si riproduce.
Ma alla fine la scelta di fermare le barche in piena stagione estiva è stata confermata nel tempo. Occhio comunque a prodotti stranieri o congelati. L’appello è proprio di Impresapesca-Coldiretti che ricorda come l’Italia, un Paese circondato praticamente dal mare, importa dall’estero 8 pesci su 10.
E nei territori interessati dal fermo biologico aumenta anche il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato se non si tratta di quello fresco proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare. Dunque massima attenzione all’etichettatura quando si acquista del pesce nei vari banchi dei mercati. E comunque è sempre meglio recarsi dal pescivendolo di fiducia.