Emergenza coronavirus. Informazione e voglia di fare polemica ad ogni costo nell’era del covid19

I social sono uno straordinario strumento per accorciare le distanze. E quando nacque facebook l’intento era proprio quello di avvicinare famiglie distanti, di ritrovare amici e compagni di scuola, di avere un “contatto”, seppur virtuale.

Sono diventati un passatempo, per la stragrande maggioranza dei soggetti una vera e propria dipendenza che toglie tempo reale agli affetti di casa. I social si sono trasformati, almeno per quanto riguarda l’80 per cento dei casi, in un contenitore di immondizia. Un veicolo di fake news, come le chiamano gli anglofili, cioè notizie false come invece preferiamo chiamarle noi italiani.

Nell’era del coronavirus apprezzabile il lavoro delle amministrazioni comunali, tutte, che usano i social, in modo particolare facebook, per veicolare notizie che riguardano l’interesse di una comunità. Qui la funzione dei social è davvero fondamentale e importante e rivaluta quel misero 20 per cento di credibilità. Purtroppo ci sono poi i soliti imbecilli che pubblicano, come dicevamo, false notizie, spesso allarmistiche, che mettono in subbuglio una intera comunità.

Come nel caso dell’episodio che ha interessato un noto supermercato di un Comune montano in provincia di Teramo. Era stata fatta circolare la voce che un fornitore avesse il coronavirus. Un tam tam fatto rimbalzare attraverso un vocale girato tra vari gruppi whatsApp che ha generato panico tra i residenti. Ma è solo un semplice esempio di cosa sta accadendo.

Altro aspetto dannoso che offrono i social è che tutti si sentono in dovere di parlare e commentare su tutto, su qualsiasi argomento, pur non conoscendo la materia. C’è poi la pazza voglia di alcuni, per fortuna sono pochi, di far polemica ad ogni costo, di attaccare questa o quella amministrazione. Come se l’emergenza coronavirus non li riguardasse. Tutte le amministrazioni, tutti gli Enti, tutte le associazioni di volontariato, la Protezione civile, la Croce Rossa e soprattutto medici e infermieri sono in prima linea per contrastare questa pandemia, senza abbandonare nessuno.

Ma c’è chi improvvisamente, ad esempio, si preoccupa delle strade dissestate e piene di buche giusto per criticare l’operato di un Ente. Eppure, in giro non si può andare, dobbiamo restare tutti a casa, uscire per lo stretto necessario. Intelligenti pauca dicevano i latini.

Al momento le strade con le buche non sono certo un problema di vitale importanza. Un tema che si affronterà quando riacquisteremo la nostra quotidianità e la nostra opportunità di socializzazione. Ma di sicuro, nulla sarà più come prima.

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