E’ questa una delle irregolarità emerse durante un blitz congiunto effettuato dai carabinieri della stazione di Corropoli di concerto con il nucleo ispettorato del lavoro di Teramo in un pubblico esercizio della cittadina vibratiana. Verifica nata per il rispetto del protocollo di sicurezza per le misure anti-contagio che poi ha evidenziato un ulteriore aspetto.
Il bar-ristorante di Corropoli, infatti, era stato trasformato alla stregua di una mensa aziendale con la stipula di una serie di convenzioni con ditte e aziende, anche di fuori del comune di Corropoli, ma anche con liberi professionisti e titolati di partita Iva per i quali, i Dpcm n vigore non contemplano tale tipo di ristorazione.
Altre irregolarità. Inoltre, all’interno del locale non era garantito il distanziamento interpersonale in quanto i posti a sedere non erano conformi alla normativa. Nella circostanza i militari del Nucleo ispettorato del lavoro hanno anche denunciato alla Procura della Repubblica il titolare dell’esercizio pubblico poiché non aveva provveduto a far sottoporre cinque lavoratori dipendenti, di cui uno in “nero”, alla prescritta visita medica preventiva e per aver installato un impianto di videosorveglianza senza la prescritta autorizzazione rilasciata dall’ispettorato territoriale del lavoro di Teramo. Nel contesto dell’attività, sulla scorta delle violazioni penali ed amministrative accertate, veniva adottato il provvedimento amministrativo di sospensione dell’attività artigianale, nonché disposta la sanzione accessoria immediata della chiusura dell’attività, per la durata di 5 giorni.
Multe. Trenta clienti sorpresi nel bar-ristorante sono stati multati, per complessivi 12mila euro, in quanto sorpresi a consumare bevande e alimenti del locale, nonostante la classificazione di zona arancione che prevede solo esclusivamente un servizi di asporto. Inoltre sono state elevate sanzioni amministrative pari ad 5.600 euro e ammende per 1615.