“Lo scopo è quello di tutelare – afferma Appicciafuoco – sia i medici di base, alcuni dei quali purtroppo già positivi e attualmente in isolamento, sia gli assistiti con i quali vengono a contatto nei casi in cui il triage telefonico non risulta possibile. Un medico portatore sano e asintomatico, infatti, rischia di diventare lui stesso uno strumento di diffusione esponenziale dell’infezione. Se è vero poi che l’ingresso negli studi dei medici di medicina generale è, in questi giorni, regolamentato e soggetto a restrizioni, è altrettanto vero che molti colleghi hanno accolto in ambulatorio i pazienti o sono andati nel loro domicilio per visite non differibili e in alcuni casi del tutto privi di dispositivi di protezione individuale poiché non disponibili”.
“La Asl – prosegue Appicciafuoco – ha iniziato, giustamente, a effettuare tamponi preventivi al personale medico dipendente, la Fimmg chiede di inserire al più presto nel programma anche i medici di medicina generale e di continuità assistenziale. La loro tutela è da considerarsi una priorità anche in considerazione della necessità di garantire cure anche agli altri malati, perlopiù cronici, che hanno bisogno di assistenza. Si dice che questa è una “guerra” e che la vinceremo se tutti restiamo uniti, è il caso di dimostrarlo con i fatti a tutto il personale medico”.