“Essere donne dentro” vede la partecipazione di numerosi enti e associazioni: casa circondariale di Teramo, ufficio di esecuzione penale esterna di Teramo ed è inserito nel finanziamento di progetti volti alla prevenzione e contrasto alla violenza alle donne, anche in attuazione della convenzione di Istanbul (approvata dal comitato dei ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011).
Si tratta di una iniziativa di supporto “alle donne e a coloro che si identificano nel genere femminile, detenute che hanno subìto violenza, e azioni di sensibilizzazione sul tema della violenza, specifiche per il contesto degli istituti penitenziari”. Il progetto vuole “proporre un cambiamento culturale che disincentivi pre-letture stigmatizzanti e contrasti fattivamente la violenza di genere nel contesto di riferimento. Allo stesso tempo, si propongono misure concrete di supporto per le detenute e per le donne in regime di misure alternative al carcere che vivono nel territorio delle province di Teramo e Ascoli Piceno”.
Nel cronoprogramma delle attività, tra l’altro, sono previsti: workshop per le donne detenute, apertura e gestione degli sportelli interni al carcere per offerta counselling psico-socio-legale, corsi di formazione per esperte tatuaggi, piercing e pizzaiola (interno al carcere), assegnazione e realizzazione di 10 inserimenti lavorativi attraverso borse lavoro.
“E’ necessario sostenere con grande partecipazione tutti i programmi per contrastare la violenza sulle donne”, dice la consigliera comunale Emanuela Ferretti, “Il fatto che il programma al quale il Comune di Roseto degli Abruzzi partecipa sia stato finanziato è un’ottima notizia perché, evidentemente, è stato ritenuto valido dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Ma dobbiamo moltiplicare gli sforzi e sollecitare tutte le istituzioni a impegnarsi maggiormente su questi temi”.
“E’ una iniziativa di grande pregio e da tenere nella massima considerazione”, spiega l’assessore alle Politiche sociali, Luciana Di Bartolomeo, “Un programma di 18 mesi, che partirà dal 1° aprile e si concluderà il 30 settembre 2019, e che ci permetterà di dare un sostegno alle donne in difficoltà nella nostra provincia e in quella di Ascoli Piceno. Da avvocato posso dire di avere una conoscenza, purtroppo, diretta del problema. Per la prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne i progetti concreti non sono mai abbastanza oggi, e l’obiettivo è quello di arrivare, almeno per le nostre figlie, a un futuro in cui di queste attività non ci sarà più bisogno”.