Colonnella. “Ho appreso con vivo piacere dell’interessamento del consigliere regionale Pepe riguardo l’azienda che ho appena rilevato nell’intento di rilanciarla, salvando tutti i posti di lavoro.
Mi chiedo, però, come mai il consigliere non abbia dimostrato altrettanto interesse quando la stessa azienda era in profonda crisi, a rischio fallimento e con la concreta prospettiva di vedere azzerati i livelli contrattuali dei propri dipendenti”. Il presidente dell’ATR Group, Antonio Di Murro, replica così al vicecapogruppo del Pd in consiglio regionale che ha recentemente invitato la Regione “a prendere una posizione ufficiale sul tema ATR”.
“E’ costume ormai diffuso – dichiara Di Murro – dissertare di argomenti di cui non si ha cognizione, proprio come fa oggi il consigliere regionale del Pd, che invito in azienda per conoscere personalmente i dettagli del progetto di rilancio che abbiamo predisposto per la nostra realtà produttiva. Riguardo gli arretrati, che ho ereditato dalla precedente proprietà contro la quale nessuno, mi risulta, si è mai scagliato o abbia minacciato né, tantomeno, posto in atto scioperi di sorta, sappia il consigliere Pepe che questa nuova dirigenza, insediatasi lo scorso primo agosto, aveva già proposto ai dipendenti – nella scorsa riunione con i sindacati dello scorso 17 settembre – il pagamento del mese di giugno entro il 27 di questo mese, insieme ai rimborsi del 730; entro la fine dell’anno la tredicesima e la mensilità di luglio, l’ultima ancora arretrata, con l’eventuale possibilità di dover pazientare qualche altra settimana a gennaio 2020. Il tutto mentre, nel frattempo, le mensilità correnti sarebbero state corrisposte come da prassi aziendale prima del mio insediamento, vale a dire il 27 del mese successivo.
E lo sa, il consigliere Pepe, cosa hanno risposto i dipendenti dell’ATR con voto a maggioranza? Con lo sciopero. Che sia chiaro: nessuno qui pretende la fiducia totale da parte degli altri, specialmente quando ancora ci si conosce da poco. Ma nel caso in cui io fossi realmente un datore di lavoro disonesto e non rispettoso dei miei dipendenti, volete almeno darmi il tempo di dimostrarlo prima di fermare la produzione? Ad ogni modo – conclude il presidente dell’ATR – la mia Azienda non si lascia strumentalizzare dalla politica, a prescindere dal suo orientamento. Vogliamo soltanto lavorare per salvare l’ATR e garantire i livelli occupazionali, possibilmente incrementandoli. Non c’è altro da dire, ma soltanto da lavorare proprio per le famiglie della Val Vibrata e per tutto il territorio”.