La considerazione è sin troppo scontata, dopo la lettura della comunicazione che il Presidente dell’azienda, Antonio Di Murro, ha inviato in mattinata al prefetto, all’assessore regionale al lavoro e ai sindacati.
E le organizzazioni sindacali (Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil), hanno subito manifestato il proprio malessere di fronte a quella che definiscono l’ennesima scusa, annunciando la ripresa del presidio dinanzi allo stabilimento.
“Solo quattro giorni fa, Antonio Di Murro, proprietario e presidente dell’ATR di Colonnella”, scrivono i sindacati, “con un comunicato stampa irriguardoso e irrispettoso nei confronti delle 150 lavoratrici e lavoratori che sta condannando alla fame e delle organizzazioni sindacali, comunicava la volontà, per la prima volta in un anno, “di mantenere gli impegni assunti anche alla presenza delle Istituzioni” e quindi di pagare il 20 maggio due stipendi arretrati.
Oggi, però, a ventiquattro ore dalla scadenza, l’ennesimo colpo di scena e l’invenzione di una nuova, ennesima, scusa per rimangiarsi la parola: la mancata pubblicazione del “Decreto rilancio”.
L’accusa. “Solo un soggetto spregiudicato e senza scrupoli poteva, con tale naturalezza”, prosegue la nota, “prima vantarsi “addirittura” di aver pagato alcuni stipendi di quelli dovuti (omettendo però di dire quanto abbia fatturato ed incassato in quel periodo), definire “illazioni” le denunce dei sindacati e poi tirar fuori un decreto legato all’emergenza Covid 19 per giustificare mancanze che sono iniziate quando il “Coronavirus” non esisteva.
Delle farneticanti scuse che ogni volta impedirebbero a Di Murro di portare avanti mirabolanti “piani di rilancio” e soprattutto di pagare quanto dovuto (gli stipendi arretrati continuano ad essere cinque), non se ne può più. Il senso di responsabilità dimostrato in questi mesi da FIM, FIOM e UILM ed ancor più dai lavoratori stremati e disperati è ormai venuto meno: chi deve intervenire per mettere fine a questa farsa, intervenga subito.
Non si possono lasciare sole 150 persone a combattere contro chi dimostra, ogni giorno che passa, di non preoccuparsi delle loro vite, degli impegni presi anche davanti le Istituzioni e del rispetto della legge”.
Nella nota trasmessa da Di Murro, infatti, si parla di un aumento di capitale frenato dalla mancata pubblicazione del Decreto Liquidità, che poi non consentirebbe all’azienda, facendo l’operazione prima, di godere delle agevolazioni previste.
Mobilitazione. “Come già ampiamente anticipato, considerato che nella pec fatta pervenire oggi si dice chiaramente che non sarà rispettata la scadenza del 20 maggio, FIM, FIOM e UILM di Teramo, al fianco di lavoratrici e lavoratori dell’ATR, attiveranno subito tutte le azioni che avevano preannunciato, compresa la riattivazione del presidio davanti la fabbrica”.