Colonnella. Davanti ai cancelli dell’azienda dove hanno trascorso, prima del lockdown, in presidio permanente intere giornate. Ora, come allora, è cambiato poco o nulla.
Le misure di contenimento impongono distanziamento, il divieto di assembramento e l’uso delle mascherine. Ma le rivendicazioni sono le stesse: il pagamento delle spettanze arretrate e chiarimenti su quello che potrà essere il futuro aziendale del polo produttivo del carbonio.
Questa mattina una delegazione dei dipendenti dell’ATR ha animato un presidio dinanzi allo stabilimento di Colonnella. La prima delle due scadenze fissate dal presidente dell’ATR, Antonio Di Murro (il pagamento di due stipendi arretrati entro il 20 maggio) non è stata rispettata, con la motivazione (alla quale i sindacati non credono) di attendere la pubblicazione del Decreto Rilancio per procedere all’aumento di capitale.
Il clima non è dei migliori, visto che 150 lavoratori sono schiacciati dal peso dei tanti mesi senza stipendio, il tutto acuito dal periodo della quarantena. Fardello solo in parte alleggerito dal pagamento della cassa integrazione ordinaria, ma solo per il mese di marzo.
Nel frattempo, domani una delegazione dei lavoratori dell’ATR sarà presente in consiglio regionale. Insomma, da parte delle organizzazioni sindacali del settore metalmeccanico si chiede, nuovamente, di spingere affinchè la vertenza possa sbloccarsi. Anche in ordine a due aspetti che seguono in maniera diretta la liquidazione di cinque stipendi. Il nodo della cassa integrazione (l’ammortizzatore sociale di 13 settimane è in scadenza a giugno) e il futuro produttivo, visto che al momento, da parte della proprietà, si muove.
Nel video le interviste a Mirco D’Ignazio (Fiom Cgil), Marco Boccanera (Fim Cisl), e Fabrizio Cecchini (RSU Uilm).
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