Non di tratta di mancanza di fiducia. E’ lo Stato che torna a fare il suo mestiere di controllore, di vigilante della sicurezza. Vogliamo evitare una seconda Genova”.
Così al ministro per le Infrastrutture, Danilo Toninelli, intervenuto ad assistere sull’autostrada A24 alle prove di carico sul viadotto Colle Castino nel territorio di Colledara che stanno eseguendo i tecnici dell’Università La Sapienza di Roma e il Mit.
“La concessionaria Strada dei Parchi le verifiche le ha già svolte ma è chiaro che non possiamo limitarci a controllare le carte. Le verifiche e i sopralluoghi visivi e tecnici effettuati dai nostri ingegneri – ha aggiunto il ministro Danilo Toninelli – hanno prodotto delle interlocuzioni scritte con i concessionari per cui devono fare delle determinate opere di messa in sicurezza e opere: su questi tratti autostradali A24 e A25, ad esempio, abbiamo imposto sia delle verifiche ma anche limitazioni di traffico.
Cosa significa tutto questo in soldoni? Che lo Stato è tornato a controllare, che è tornato ad uscire dagli uffici di Roma e andare sui territori vicino ai cittadini, alle comunità a dire loro se le cose vanno bene oppure no. Credo sia utile anche per i concessionari”.
Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha affrontato anche il discorso relativo ai sindaci che guidano la battaglia contro gli aumenti dei pedaggi autostradali e che oggi lo avevano invitato a Carsoli. “Credo che i sindaci intanto debbano essere soddisfatti che dal 1 gennaio non sia scattato neanche l’aumento Istat – ha replicato – nessun aumento né dell’inflazione, né del 19% concordato. Quello che posso dire che stiamo andando avanti con una continua interlocuzione.
Io ho ereditato una concessione che non veniva aggiornata da 5 anni, la stiamo aggiornando siamo andati due volte a Bruxelles perché il concessionario portava avanti un parametro economico insostenibile e per questo da 5 anni non si è aggiornato alcunché, e noi portiamo altri parametri economici che penso siano intermedi. Se non dovessero accettare io non starò ad aspettare altri cinque anni un accordo, troveremo tutte le strade necessarie da percorrere”.