Artificieri dell’Arma dei carabinieri e militari della compagnia di Teramo sono tornati oggi a Caprafico, sul luogo dove ieri ha perso la vita Dino Trignani, 62 anni, operaio della “Di Blasio Elio Fireworks”.
I carabinieri stanno infatti indagando a tutto tondo, coordinati dal sostituto procuratore Laura Colica. Gli inquirenti vogliono capire, tra le altre cose, se alla base dell’esplosione che ha travolto ed ucciso l’operaio possa esserci un errore umano e se Trignani, al lavoro da un paio d’anni con l’azienda, stesse svolgendo mansioni per le quali era stato effettivamente assunto.
Gli accertamenti in corso, però, toccano anche la sfera amministrativa, dalle varie autorizzazioni per l’area di prova che si trova in aperta campagna e che l’azienda ha subito sottolineato avesse le omologazioni del caso, fino (e questo è altro compito degli artificieri) allo stoccaggio del materiale esplodente, pur se questo aspetto non direttamente connesso al tragico evento di ieri.
Sul corpo del 62enne verrà eseguita nelle prossime ore l’autopsia ed in seguito verrà dato il nulla osta per i funerali. Trignani, ex consigliere comunale di Castilenti circa dieci anni fa, è descritto dal sindaco Alberto Giuliani “come una persona schiva e riservata, ma un generoso, sempre disponibile quando qualcuno aveva bisogno”. L’operaio aveva una sua piccola azienda agricola, ma nella vita si era adattato a fare qualsiasi mestiere.
“Sono vicino alla famiglia e mi unisco al loro cordoglio”, ha concluso il primo cittadino.
Da capire nelle prossime ore se, per atto dovuto, in occasione di un accertamento tecnico irripetibile come l’autopsia, la procura procederà o meno ad iscrizioni sul registro degli indagati, con conseguente possibilità di nominare consulenti di parte.
“Esprimo il mio cordoglio, quello dell’amministrazione comunale e dell’intera comunità cittadina per la tragedia che questo pomeriggio è costata la vita a Dino Trignani – ha fatto sapere invece il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto – Ci stringiamo alla famiglia in questo momento di dolore e rivolgiamo un abbraccio di speranza al suo collega rimasto ferito”.
Nel rendersi conto che qualcosa non stesse andando per il verso giusto, l’operaio ha iniziato ad urlare verso un collega poco distante per invitarlo a fuggire e mettersi in salvo. Un ultimo gesto di generosità, perché il 43enne ha riportato fortunatamente solo lievi traumi dopo il forte scoppio.