Un signore di 94 anni di Giulianova è indagato per ricettazione di beni culturali. Finisce sotto accusa a causa di anfore di epoca romana, tenute in giardino.
In Italia, i reperti storici sopiti sono tanti e vari, risalenti a svariate epoche e dominazioni, che hanno attraversato lo stivale nei millenni. Basta cercare un po’ più a fondo e qualcosa finisce col saltare fuori, soprattutto se si analizzano i fondali marini. E un caso simile, pare essere capitato a dei pescatori di Giulianova che, più di 40 anni fa avevano trovato delle anfore di epoca romana durante una battuta di pesca.
I pescatori in questione, mentre erano a bordo del motopeschereccio “Castrum”, hanno rivenuto nelle reti da pesca tirate su, circa una decina di anfore. Una volta rinvenute, l’equipaggio del peschereccio ha pensato di dividersele, portandole a casa probabilmente ignari del valore storico. A 40 anni di distanza, le indagini hanno portato a Berardo Racinelli, il motorista del peschereccio in questione.
Cosa rischia il 94enne
Una storia alquanto singolare, quella che vede coinvolto Berardo Racinelli, pescatore ormai in pensione che, alla veneranda età di 94 anni, è stato raggiunto in casa dalle forze dell’ordine, che lo avvisavano di essere stati iscritto al registro degli indagati, per dei fatti risalenti a circa 40 anni fa, quando Racinelli svolgeva la professione di motorista a bordo del motopeschereccio “Castrum”.
Il motivo delle indagini è ricettazione di beni culturali. Racinelli infatti, durante una battuta di pesca, avrebbe rinvenuto nelle reti alcune anfore, circa una decina. L’equipaggio del Castrum, dopo averle tolte dalle reti e ripulite, aveva preso la decisione di spartirsele e, negli ultimi 40 anni, queste sono diventate semplici ornamenti casalinghi o da giardino. Ciò che nessuno sapeva però, era la provenienza e il valore delle anfore.
Secondo recenti analisi, tali orpelli risalgono addirittura all’epoca romana, rappresentando dei pezzi di storia da museo visto anche il buono stato di conservazione in cui versavano. A livello giuridico dunque, l’uomo si ritrova sotto accusa ai sensi dell’art. 518 quater del Codice Penale che inquadra:”[…] chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve od occulta beni culturali provenienti da un qualsiasi delitto”.
Le anfore, secondo la dinamica riferita da Racinelli, potrebbero però rientrare nel regime delle Res Derelictae, normato dal Codice Civile, secondo cui:”le cose mobili che non sono proprietà di alcuno, si acquistano con l’occupazione“. A Racinelli è stato nominato un avvocato d’ufficio per l’udienza preliminare, la cui data deve ancora essere fissata, che si terrà presso il Tribunale di Teramo.