I risultati dell’autopsia hanno confermato quello che era già stato ipotizzato: la dinamica di un omicidio d’impeto. Sono infatti state decine le coltellate che il 49enne Francesco Di Rocco ha inferto al padre Mario, 83enne ex capostazione, morto dissanguato qualche ora dopo l’arrivo in ospedale.
L’autopsia ha dunque contribuito a ricostruire quanto accaduto in quei pochi attimi nella cucina del vecchio alloggio sopra la stazione ferroviaria, dove il figlio ha impugnato un coltello da cucina con una lama da 25 centimetri e ha colpito numerose volte il padre.
Come testimoniano i segni riscontrati sulle braccia dell’uomo, il padre ha probabilmente provato a difendersi invano, cercando poi di allontanarsi per trovare riparo in un altro angolo della stanza. Non è nemmeno escluso che l’uomo, che ha contattato i soccorsi, lo abbia altresì colpito quando oramai l’anziano era a terra. Proprio su questo particolare, che contribuirebbe a qualificare ulteriormente l’impeto, sono in corso alcuni specifici accertamenti che permetteranno di definire le traiettorie dei colpi.
Respinta la richiesta dei domiciliari
E così, dopo l’autopsia eseguita dal medico legale Cristian D’Ovidio su incarico del sostituto procuratore Monia Di Marco, è stato dato il via libera alla sepoltura della vittima. Contestualmente, il giudice per le indagini preliminari Marco Procaccini, dinanzi a cui si era precedentemente svolta l’udienza di convalida, ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal legale difensore Federica Benguardato, sostenendo le esigenze cautelari per il pericolo di reiterazione del reato.
Secondo il magistrato, infatti, la condotta violenta dell’uomo e il modo con cui è stata manifestata lascerebbero indurre che potrebbe agire ancora. Su questo aspetto la difesa ha già annunciato il ricorso al Riesame, cominciando con il delineare la propria strategia mediante la richiesta di una consulenza psichiatrica.
Francesco Di Rocco ha intanto dichiarato al giudice che non voleva uccidere il padre e che ha preso il coltello in un momento di rabbia, dopo l’ennesimo litigio, poiché esasperato dall’atteggiamento opprimente dell’anziano genitore. “Ho preso il coltello perché volevo fargli capire che non potevo più andare avanti a sopportare. Lunedì sera mi ha rimproverato per gli adesivi sull’insalatiera, ho preso un coltello e l’ho colpito. Il coltello l’ho lavato perché avevo timore che mio padre potesse sgridarmi perché lasciato sporco. Lavavo sempre tutto quello che potevo sporcare in cucina perché lui voleva tutto in ordine” – ha aggiunto l’omicida.