Una visita ispettiva nell’Ospedale di Atri è stata effettuata dal Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari. Il Vicepresidente si è recato nei reparti, negli ambulatori e nelle pertinenze esterne del nosocomio per constatare in prima persona la situazione dei servizi, della strumentazione e raccogliere le istanze del personale, che si è dimostrato estremamente collaborativo per tutta la durata dell’ispezione.
Ad accompagnarlo la Deputata Valentina Corneli, la consigliera comunale Ilaria De Lauretis e l’attivista Gabriella Italiani; con loro anche Mario Marchese, Presidente del Comitato “Salviamo l’Ospedale di Atri” e Delo Tosi, rappresentante sindacale CGIL.
“L’ospedale di Atri soffre di una gravissima carenza di medici, anestesisti, infermieri e Oss. – Riporta Pettinari a margine della visita -. Tutti i reparti che abbiamo visitato hanno lamentato in media una mancanza di personale sanitario dalle 3 alle 4 unità e alcuni reparti sono stati addirittura chiusi per l’assenza di operatori sanitari. Particolarmente critiche sono le situazioni di Ortopedia e Chirurgia, accorpate a causa dei trasferimenti del personale nelle strutture Covid, che dividono la forza lavoro di un solo reparto per due unità operative”.
E ancora: “Non va meglio nel Pronto Soccorso che deve gestire ogni turno con due soli medici, quando ne servirebbero almeno il doppio. Una carenza che li costringe a sottrarre personale da altri reparti nei momenti più critici. Addirittura, poi, pediatria è stata chiusa e lasciata attiva solo come ambulatorio nelle ore diurne, così come è stata chiusa la UTIC di cardiologia, attualmente attiva solo in servizio ambulatoriale con soli due medici e che, per riaprire il servizio al 100%, dovrebbe riassumere l’intero comparto infermieristico per il reparto. Anche in oculistica manca il personale, così come in urologia. In quest’ultimo prima del Covid si effettuavano circa 400 interventi ordinari e oltre 300 in day surgery, numeri ben lontani dalla situazione attuale aggravata anche dalla carenza di anestesisti, altra nota dolente dell’Ospedale di Atri. In generale, infatti, la mancanza di questa delicata figura professionale rallenta le possibilità chirurgiche di tutti i reparti della struttura: a oggi sono solo 6 anestesisti per tutto il comparto operatorio mentre servirebbero almeno 10 unità per garantire un numero adeguato di prestazioni chirurgiche”.
“Queste insufficienze”, prosegue Pettinari, “costringono tutto il personale sanitario a turni massacranti e a pressioni psicofisiche dovute all’assenza totale di ferie: alcuni medici hanno accumulato quasi 200 giorni di riposo non goduti. Stiamo parlando di professionisti sanitari che grazie alla loro abnegazione riescono a garantire nel nosocomio atriano un servizio di eccellenza anche in presenza di queste carenze. Per esempio il reparto di Endocrinologia è l’unica struttura in Abruzzo, e una delle prime in Italia, ad aver praticato l’ablazione laser nei noduli tiroidei. Un processo innovativo che porta in mobilità attiva pazienti provenienti da fuori regione o addirittura da paesi esteri. Ma anche qui manca il personale. Come del resto manca nel reparto di riabilitazione, che vanta una palestra interna per la ripresa fisica e polmonare nei casi post covid. Un servizio rarissimo nella sanità pubblica abruzzese eppure ad Atri, grazie all’abnegazione di alcuni medici che hanno voluto dare fiducia a questo tipo di fisioterapia per i pazienti Covid di lunga degenza, ora è diventato realtà”.
“La strumentazione nell’ospedale va da mezzi obsoleti ad alcuni di ultimissima generazione. Sta per entrare in funzione la nuova Tac a 128 strati, che ha atteso però oltre un anno prima di essere messa a servizio dei cittadini. In generale – continua Pettinari – ho trovato grande entusiasmo e voglia di applicarsi per il bene del paziente in tutto il personale che ho incontrato, dai Primari, agli infermieri fino agli OSS e al personale di corsia. Anche dalla direzione generale Asl e sanitaria dell’Ospedale ho riscontrato disponibilità all’accoglienza e all’ascolto. Un segno evidente che il territorio vuole attenzione per l’ospedale di Atri, da sempre riconosciuto come fondamentale per l’offerta sanitaria pubblica nella provincia di Teramo. Per questo ritengo inaccettabile che una struttura ricca di eccellenze come quelle che ho visitato sia messa così in difficoltà dalla grave carenza di personale a causa di una mancanza di programmazione e di ottimizzazione delle risorse da parte della Regione Abruzzo che, ricordiamolo, ha il dovere e il compito di controllare le Asl e fornire a queste ultime tutti gli strumenti a disposizione del sistema pubblico per garantire un servizio ottimale all’utenza e una condizione lavorativa degna ai dipendenti. La cattiva gestione del personale, la mancanza di stabilizzazione e il caos nelle nuove assunzioni si traducono in disservizi che non possono pagare lavoratori e cittadini. L’Assessore Nicoletta Verì e il Presidente della Regione Marco Marsilio devono intervenire immediatamente e mettere in campo soluzioni concrete per incrementare il personale, anche in vista della stagione estiva in cui l’utenza nell’ospedale di Atri viene quintuplicata. Alcuni medici hanno espresso grande preoccupazione per i prossimi mesi e questo non è un fardello che può essere portato da chi ha il compito di salvare quotidianamente delle vite. Chi è al governo della Regione Abruzzo agisca subito”.
“Uscendo fuori dalla struttura – conclude Pettinari – abbiamo notato che manca una pensilina di copertura per le ambulanze che sostano sotto il sole cocente in estate e sotto l’acqua e la neve in inverno. Questo comporta un disagio agli operatori del 118 e problemi ai mezzi e alla strumentazione. Ci sono delle piazzole di sosta che potrebbero essere facilmente attrezzate con una copertura in legno, sicuramente un intervento poco costoso ma estremamente utile per chi lavora in ambulanza”.
Alle parole del Vicepresidente Pettinari si uniscono quelle Deputata Valentina Corneli: “La nostra sanità regionale continua a pagare lo scotto di una pessima gestione del centrodestra, che non ha saputo in alcun modo sfruttare le risorse messe in campo dal Governo e che ora dovrebbe gestire le enormi risorse del Pnrr ottenute dal Presidente Conte. Vedere piccoli gioielli come l’ospedale di Atri che, nonostante il lavoro e l’abnegazione del personale sanitario, fatica a offrire servizi di valore all’utenza fa tanta rabbia. Parliamo di eccellenze che non possono essere abbandonate a sé stesse da una politica miope e inefficace. Renderò partecipe anche il Ministero competente di questa grave carenza di personale e della totale mancanza di progettualità per la sanità abruzzese in questo cruciale passaggio storico” conclude.