Atri. “Una vera e propria discarica di letame spalmata su un terreno di oltre duemila metri quadrati a due passi da abitazioni, terreni agricoli regolarmente coltivati e dai canali di scolo dell’acqua piovana e dalle condotte di irrigazione. È quella che da anni persiste sul territorio di Atri, lungo la strada provinciale 27 Casoli-Scerne, uno scandalo sotto la luce del sole, una vergogna che persiste dinanzi agli occhi di tutti, a partire dalle Istituzioni cittadine, provinciali e regionali, e alla quale nessuno si preoccupa di porre rimedio”. A dirlo il Comitato cittadino di Difesa del Territorio di Atri.
“A partire dai proprietari di quel terreno, ovvero l’Ente Ricciconti di Atri, o per meglio dire la Asp 2, l’Azienda di Servizi alla Persona, presieduta persino da un legale, l’avvocato Giulia Palestini, e diretta da un amministratore di lungo corso, ovvero l’ex sindaco di Atri Gabriele Astolfi. Eppure quella discarica è ben visibile a tutti e rappresenta un pericolo ambientale evidente: parliamo di una superficie di oltre duemila metri quadrati, posta a ridosso della rimessa dei mezzi del Ricciconti. L’accesso è dalla strada provinciale 27 Casoli-Scerne prima dell’attraversamento della galleria dell’autostrada, svoltando a destra dopo Via degli Orti, arrivando da Torre San Rocco”.
E ancora: “Il letame accumulato sul terreno, a causa delle piogge, ha dato vita a un fiume di percolato che si sta disperdendo nei terreni vicini, coltivati in biologico, e sta raggiungendo il canale di scolo di acque piovane e di irrigazione. Non solo: il gigantesco accumulo è stato realizzato sopra una delle condotte principali dell’Aca che rifornisce le città di Atri, Pineto e Silvi. Il terreno non sta assorbendo più a causa delle condizioni meteo e i pantani si stanno trasformando in veri e propri laghi pericolosi per l’ambiente e la salute umana”.
“La cittadinanza è stanca ed esasperata dal clima di omertà che aleggia attorno alle condizioni vergognose in cui versa tale terreno: ci chiediamo oggi chi continui a scaricare ogni giorno letame su quella superficie; ci chiediamo perché l’Ente Ricciconti, proprietario del terreno, non faccia nulla né per fermare tale scempio né tantomeno per bonificare quel materiale; ci chiediamo come sia possibile che Comune e Provincia non si accorgano di una situazione scandalosa e non provvedano a intervenire anche denunciando e sanzionando l’Ente Ricciconti che avrebbe avuto e ha il dovere di sorvegliare i propri beni con la stessa diligenza e cura del buon padre di famiglia. E certamente le presunte finalità benefiche implicite nel lavoro del Ricciconti, non esonerano il suo Consiglio d’Amministrazione né la presidenza da altre responsabilità, a partire da quella di non causare danni ambientali”.
“Chiediamo l’immediato intervento di tutte le Istituzioni preposte per la bonifica e la rimozione di quella discarica di letame, con la delimitazione del terreno e l’individuazione dei responsabili”, conclude il neo-Comitato cittadino costituitosi per la Difesa del Territorio di Atri, “perché nel 2021 non è pensabile né accettare costringere decine e decine di famiglie a convivere con colline di feci lasciate a due passi da casa, con gli immaginabili miasmi”.