Atri. Ad intervenire nel ‘caso’ ampliamento discarica Santa Lucia “per tutelare l’operato del Consorzio e della Ditta che gestisce la discarica”, è proprio il Commissario Straordinario, Architetto Laura D’Alessandro.
“Solitamente non mi adopero a ribattere, non per mancanza di argomenti, ma per non alimentare ulteriormente una strumentalizzazione fatta ad hoc, ma nella fattispecie mi vedo costretta ad intervenire”, puntualizza D’Alessandro. “Preciso che la discarica attuale, nonostante i diversi tentativi promossi per bloccarla, è un impianto che ha già recepito le nuove direttive, non vi sono cattivi odori ed è visibile ad occhio di tutti che non vi sono uccelli che volteggiano, non ci sono contatti tra terreno e rifiuto inerte. Non solo, ma tale discarica ha permesso al comune di Atri di avere dei rimborsi economici cospicui“.
“Mi meraviglio di un tale atteggiamento diffamatorio senza giuste cause. La discarica di Atri la dovremmo prendere ad esempio in tutta la nostra Regione, per come essa è portata avanti, controllata in ogni minuziosa attività giornaliera e rispecchi l’articolato e complesso quadro normativo vigente. Tutto quello scritto dai comitati riguarda la prima discarica, per la quale ci sono stati due procedimenti giudiziari su cui non ci esprimiamo. Essa è monitorata mensilmente attraverso verifiche tecniche da ARTA, ASL, Regione.
L’ampliamento della discarica è frutto di un P.R.G.R. approvato e concertato in vari tavoli ed in più anni dagli Amministratori Locali, Provinciali, Regionali e dagli organi competenti.
Oggi, lo scenario normativo regionale che abbiamo, si basa solo su impianti di trattamento e smaltimento in discarica, non sono possibili altre tecnologie. Non è vero che nella discarica verranno conferiti prodotti o rifiuti inquinanti. Nella discarica sono e verranno conferiti solo tritatovagliati e biostabilizzati. Questi rifiuti non contengono plastica, ferro, carta, pile, umidi, ingombranti e tutti materiali ed oggetti di raccolta differenziata. Questi rifiuti verranno sigillati e non avranno alcun contatto con il terreno, con le falde , con l’aria , con gli uccelli con niente. Non produrranno cattivi odori perché saranno del tutto biologicamente inerti, incapaci di originare reazioni chimiche e di conseguenza odori. La nuova Discarica non può emanare inquinamento. Il percolato prodotto è e sarà canalizzato ermeticamente e smaltito in appositi siti.
Paesaggisticamente non vi sono problemi in quanto la prima discarica ormai è immersa nel verde ed è perfettamente irriconoscibile. L’attuale discarica e la futura non arrecheranno minimamente fastidio alle potenziali (ad oggi non esistenti) coltivazioni di qualsiasi prodotto agricolo Il tutto perché non vi è alcun contatto di rifiuto con il terreno, nessuno contatto tra rifiuti e falde sotterranee, nessuna possibilità di contaminazione e nessun cattivo odore”.
E ancora: “Idrogeologicamente non vi sono rischi, non solo ma vi sono dei controlli serrati che vengono effettuati mensilmente da Arta e Regione. Inoltre dai monitoraggi del Consorzio e della Ditta si può non evidenziare che da oltre 40 anni non ci sono state frane, dissesti, scivolamenti e che le operazioni messe in atto durante gli anni hanno rafforzato e migliorato la sicurezza dell’intero versante. Un’ultima valutazione è di ordine economico e riguarda tutti i Comuni Consorziati. La vecchia discarica è stata oggetto di un adeguamento funzionale approvato dalla Regione Abruzzo nel 2009. L’adeguamento è stato eseguito conformemente alle previsioni progettuali approvate ed è stato terminato nel settembre 2015. A partire dall’anno 2015 la discarica dovrà essere gestita per 30 anni. La nuova discarica, entrata in esercizio nel settembre del 2015 verrà saturata entro il 2020 ed il Consorzio è obbligato per legge a gestire per almeno 30 anni, ovvero fino al 2050. Se l’ampliamento della discarica non sarà realizzato , i comuni consorziati, quindi i cittadini, dovranno sostenere un costo economico di circa € 5.000.000/00 (cinquemilioni di euro) dal 2020 al 2050, se invece si realizzerà l’ampliamento i cittadini risparmieranno tale costo. Quest’ultima considerazione dimostra, che il Consorzio rappresenta una risorsa per i Comuni Consorziati e non un “Carrozzone” com’è stato più volte definito”.
“Concludo, invitando tutti (Amministratori, Ambientalisti, Cittadini) a non dire un “NO” a priori, senza entrare nel giusto merito, ma a soffermarsi a collaborare con il Consorzio, per non finire con i rifiuti come in altre parti d’Italia, esempio la città di Roma e ad avviare con la Regione Abruzzo un tavolo tecnico per adoperarsi a tecnologie più avanzate per il prossimo P.R.G.R. (Piano regionale gestione rifiuti)”.