Nelle prime ore di oggi la squadra mobile di Teramo, diretta dal vice questore aggiunto Roberta Cicchetti, nell’ambito di un’attività di indagine coordinata dal sostituto procuratore Enrica Medori, ha dato esecuzione all’ordinanza con la quale il gip Roberto Veneziano ha applicato la misura cautelare del carcere per sei componenti della famiglia di etnia rom residente ad Alba Adriatica all’interno della nota “Casa Rosa” ed in particolare nei confronti di 4 donne (S.P. del 1962, L.N. del 1992, B.E. del 1991 e P.F. del 2001) e di 2 uomini (L.C. del 1957 e L.A. del 1991) e la misura cautelare del divieto di dimora in Teramo e provincia per altri 3 uomini componenti del suddetto nucleo familiare (L.R. del 2001, L.M. del 1978 e L.W. 1982).
L’attività di indagine, avviata nel settembre scorso, ha permesso di documentare che i soggetti avrebbero ceduto, in maniera sistematica, all’interno dell’abitazione di residenza comunemente nota come “Casa Rosa” cocaina ed eroina, in quantità da mezzo grammo sino a due grammi per volta, a numerosi acquirenti che quotidianamente si susseguivano, senza necessità di contatti.
Cessioni, che, sono stato poi oggetto anche di sequestro da parte degli agenti della mobile. Le indagini hanno evidenziato, per la polizia, che una larga fetta delle attività di spaccio delle sostanze stupefacenti sulla fascia costiera teramana fosse sempre più efficacemente gestita dalla famiglia di rom, ben nota alle forze dell’ordine, la cui abitazione di residenza può considerarsi un vero e proprio opificio dello spaccio essendo divenuto da molto tempo un luogo di sistematico ed ininterrotto approvvigionamento di sostanze stupefacenti con un mercato così ampio da ricomprendere non solo la provincia di Teramo ma anche il territorio della confinante area costiera marchigiana.
Secondo le indagini l’embrionale struttura organizzativa prevedeva che, nella maggior parte dei casi la materiale cessione dello stupefacente in favore degli acquirenti che accedono all’interno dello stabile venisse effettuata dalle donne che compongono il nucleo familiare, mentre gli uomini, oltre a cedere materialmente anche loro, in alcune occasioni, lo stupefacente, svolgevano di regola una “copertura” passiva ed attiva alla pratica di spaccio, da un lato, assistendo, in atteggiamento vigile e guardingo, alle cessioni di stupefacente effettuate dalle donne evitando, in tal modo, problemi con il pagamento dello stupefacente; dall’altro svolgendo, all’esterno dell’abitazione, il ruolo di “vedette” che presidiano il perimetro esterno della casa.
Questa mattina due dei soggetti (una coppia) nei confronti dei quali è stata eseguita la
misura della custodia cautelare in carcere sono anche stati arrestati in flagranza di reato perché trovati in possesso di un grosso involucro contenuto all’interno di un calzino rinvenuto nell’armadio della loro camera da letto e contenente grammi 104 di sostanza stupefacente del tipo cocaina.
Il Questore di Teramo, Lucio Pennella, ha parlato questa mattina di “metastasi rimossa” riferendosi all’attività di spaccio che ormai da anni viene portata avanti nel luogo e che lo stesso si attiverà per il sequestro dell’area. La confisca a quanto pare, a cui si doveva dare attuazione anni fa, si sarebbe arenata per motivi procedurali.