Alba Adriatica. Dietro alle storie che connotano ogni singola comunità ci sono persone. Persone che poi scrivono storie che diventano patrimonio anche della stessa comunità.
La scomparsa di Ivo Di Mattia, morto nei giorni scorsi all’età do 93 anni, ha nella sostanza chiuso una storia familiare.
A tracciare un ricordo di quello che i fratelli Di Mattia hanno disegnato nel corso degli anni è Valerio, zio di Ivo, ristoratore e presidente dell’associazione Aria Food.
“Finisce la lunga avventura dei tre fratelli Di Mattia durata quasi un secolo, fatta di avventure personali e di intrecci profondi con l’evoluzione della nostra città e con gli scenari intensi, difficili e avvincenti del 900”, scrive Valerio.
“Dall’infanzia vissuta negli anni ’40 tra povertà, pecore, zii tosatori e magazzini di lane; i mercati paesani raggiunti col carretto trainato da un mulo, i colori e le prime tintorie per la colorazione dei gomitoli di “pura lana vergine”, allora orgoglio e primo nucleo d’industria del “vecchio Abruzzo”.
Poi il primo piccolo maglificio artigianale ricavato sul fronte di una casa a quattro stanze dai genitori Gemma e Guido e dallo zio Armando.
Qui, in questa casa nascono anche i primi interessi scolastici e, dall’utilizzo di quei colori maleodoranti, nacquero i primi disegni di Ivo, la sua innata attrazione per gli aspetti cromatici della pittura condivisa con lo zio Armando.
Poi gli studi nella Pescara sotto le bombe, e dopo il collegio; quindi l’Università nella Firenze del dopoguerra, durante la ricostruzione. Velda si dedica agli studi con sicura costanza, Ivo e Claudio restano più irrequieti.
Vivono nell’ambiente studentesco di Villa Fabbricotti, un ambiente aperto al futuro. Studiano medicina quando si può, ma soprattutto conoscono le prime passioni politiche, le ragioni del comunismo e della giustizia sociale, i vernissage della città, le gallerie d’arte, l’ambiente universitario e quello del conservatorio musicale. Giocano a calcio e sono bravi. Vengono convocati ai colori viola della squadra universitaria. La Fiorentina resterà sempre una passione.
Firenze diventa il trampolino di lancio per continui viaggi nell’Europa degli anni ’50, solcata senza sosta nè timori a bordo di una lambretta 150 verde con doppia sella.
Parigi, Copenaghen. Stoccolma, Oslo per poi tornare definitivamente a casa ad Alba Adriatica.
Il mondo, dopo l’orrore della guerra, rinasce e regala infinite idee e opportunità di crescita.
Velda diventa la preside più giovane d’Italia e contribuisce negli anni successivi ad inaugurare tra molte difficoltà la prima scuola pubblica nella città di Alba Adriatica, continuando poi ad insegnarvi per tutta la vita.
Claudio ed Ivo continuano il lavoro delle lane, diventano tessitori di canapa, puntano al commercio di abbigliamento.
Dagli anni ’70 in poi intraprendono la riconversione delle attività al turismo ed alla ristorazione partecipando alla scrittura di una nuova pagina, la più importante, dell’economia della nostra città. Continuano inoltre i viaggi, ora verso est: Mosca soprattutto, poi Bucarest, Praga, Sofia.
Ideano e costruiscono la Risacca, Il Palmizio, la Grotta d’Alba, la sala giochi Las Vegas e poi il New Port.
Le passioni per l’arte e per la politica non vengono mai meno ed anzi sembrano un istinto e un dovere al quale sempre bisogna tornare.
Una sensibilità trasmessa sicuramente agli eredi.
“Ringrazio quanti oggi con affetto hanno accompagnato Ivo, con un pensiero o una preghiera, nell’ultimo viaggio verso il cielo ove si ricongiungerà ai fratelli”, prosegue Valerio Di Mattia.
“Ringrazio particolarmente Giovanbattista Guidobaldi ed il maestro Duccio Di Monte per la loro presenza, per la sensibilità e per le belle e commoventi parole che hanno saputo regalare in questo giorno.
Lascio qui un ricordo, una foto di Ivo con mio padre Claudio, ormai anziani, scattata proprio il 14 luglio di qualche anno fa.
Nel giorno del sessantesimo compleanno della nostra città, l’Ente Comunale di Alba Adriatica, il Sindaco Tonia Piccioni, durante i festeggiamenti, vollero allora assegnare un riconoscimento menzionando l’impegno ed il valore delle attività svolte nel corso di tanti anni.
I fratelli Di Mattia hanno avuto la fortuna di vivere sempre insieme, nella stessa casa, allo stesso numero civico di piazza IV Novembre”.