Alba Adriatica. Una falsa documentazione utile per consentire ad un detenuto di ottenere gli arresti domiciliari e dunque di fruire di un permesso necessario per recarsi sul luogo di lavoro.
In realtà dietro a quella che è una procedura consentita dalla legge, si nascondeva una sorta di raggiro. Perché la ditta non esisteva più, chiusa nel lontano 2002. I carabinieri della stazione di Alba Adriatica, però, hanno scoperto il raggiro e hanno denunciato due persone.
L’autore della documentazione mendace trasmessa alla Corte d’Appello, un ex artigiano di Alba Adriatica accusato di false dichiarazioni e attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria, e la persona gravata da un provvedimento restrittivo, che aveva fruito del beneficio, per evasione.
I militari, infatti, durante dei controlli sul luogo di lavoro hanno riscontrato che all’indirizzo fornito ai magistrati non corrispondeva nessuna ditta o società. Controlli che poi sono proseguiti a casa del 50enne fruitore del beneficio di legge, dove hanno avuto conferma dai familiari che il congiunto si era regolarmente recato al lavoro.
Gli accertamenti sono quindi proseguiti, in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro della Direzione Territoriale del Lavoro di Teramo, ed hanno consentito di appurare che la ditta era cessata già nel 2002 e l’artigiano beneficava, a sua volta, del reddito di cittadinanza, nonché che la documentazione prodotta alla Corte di Appello era palesemente falsa.
A questo punto è scattata la trasmissione degli atti alla procura di Teramo e i due sono stati denunciati a piede libero.