Alba Adriatica. È senza ombra di dubbio una Spada di Damocle che pende sulle casse comunali dal cui esito dipendono poi scenari al momento solo ipotizzabili.
E’ la cosiddetta vertenza Ricci, il contenzioso tra il Comune di Alba Adriatica e i proprietari di alcuni aree sulle quali, in virtù di vecchi accordi di programma, erano stati realizzati degli edifici, ma che nella sostanza non sono mai stati indennizzati.
Il caso era tornato a galla a ridosso delle amministrative della scorsa primavera, alla luce di un pronunciamento della Cassazione, che ha ribadito che le aree occupate erano private e andavano indennizzate. In che modo? Di certo si parla di cifre astronomiche (il calcolo di parte, che comprende il periodo tra il 2005 e il 2017 è di 12 milioni di euro, poi c’è tutto il pregresso, visto che l’occupazione originaria risale al culmine degli anni ’70) che ora dovranno in qualche maniera essere quantificate in sede giudiziale.
Il prossimo 17 dicembre, infatti, è in programma la prima udienza sul contenzioso in questione, che rappresenta un fardello ereditato dal passato, che pone più di una preoccupazione su quella che sarà l’autonomia patrimoniale e finanziaria del Comune di Alba Adriatica, qualora la quantificazione fosse esorbitante.
La questione, in parte, è venuta a galla in occasione dell’ultima seduta consiliare, visto che tra le variazioni di bilancio c’era anche quella necessaria per rimpinguare il capitolo di spesa destinato ai contenziosi. Nella relazione illustrata dall’assessore al bilancio Simone Pulcini, infatti sono stati inseriti ulteriori 18mila euro da sommare alla somma già stanziata per un totale di oltre 40mila euro (più Iva) de stinare a due studi legali che in forma associata rappresenteranno l’ente in sede civile.
La vicenda. La questione riguarda il mancato indennizzo, ai proprietari, di 4 diverse aree che sul finire degli anni ’70 rientrarono in una sorta di accordo di programma, che però per varie vicende non si concretizzò. O meglio si tratta di un’occupazione non dovuta delle aree e dunque i proprietari vanno risarciti del danno, così come ha stabilito più di un anno fa la Cassazione.
Sul finire degli anni ’70 fu sottoscritta una convenzione tra il Comune di Alba Adriatica e i proprietari di alcune aree. I privati, in cambio di una diversa volumetria in altre zone, cedettero all’Ente aree per realizzare case popolari, il mercato coperto e degli interventi edilizi per le cooperative in via Lipari e via Legnano. Il progetto edilizio della convenzione non si concretizzò (ci fu un’inchiesta della magistratura e le imprese fallirono), mentre di converso sulle aree cedute, per effetto della convenzione al Comune nacquero degli edifici.