Non sono bastati due gradi di giudizio (prima al Tar e poi del Consiglio di Stato) per dirimere la controversia, piuttosto intricata, che ruota attorno alla gara d’appalto per la ricostruzione dell’ala demolita della scuola media di Alba Adriatica. Il cantiere è fermo da quasi un anno (quando si espresso il Tar che ha riscritto parzialmente l’esito della procedura di gara delle centrale di committenza della Val Vibrata) e al momento ancora non si riesce ad affidare i lavori al raggruppamento di imprese (Consorzio Ciro Menotti di Ravenna), che nella procedura di gara si era classificato al secondo posto.
Con l’estromissione della società che il bando lo aveva inizialmente vinto, aveva già iniziato di lavori di ricostruzione (prima dell’intervento del Tar), affidare i lavori al raggruppamento di imprese romagnolo doveva essere un passaggio, in apparenza, scontato. Ma così non è. Anche perché nel frattempo all’ufficio lavori pubblici del Comune, che deve dare esecuzione alla sentenza del Consiglio di Stato, sono pervenute delle eccezioni da parte della società esclusa (Costram). Particolari non emersi nel ricorso dinanzi alla giustizia amministrativa. E dunque la matassa si è ulteriormente complicata. Da una parte c’è l’esigenza, vitale, da parte del Comune di ricostruire l’ala demolita per dare seguito ai passaggi successivi. Dall’altra il rischio, ancora che aleggia, di generare nuovi ricorsi che potrebbero far slittare ulteriormente i tempi di inizio e completamento dell’opera. Il tema è tornato d’attualità nel corso della seduta del consiglio comunale sulla scorta di una domanda di attualità formulata dal consigliere di minoranza, Remo Saccomandi.
E da parte dell’amministrazione è stato dipinto un quadro complessivo che, allo stato attuale, produce più di una preoccupazione. Giovedì 5 dicembre, in ogni caso, in Comune è programma un vertice con la presenza della società in procinto di riaprire il cantiere, gli amministratori, tecnici e legali. Potrebbe rappresentare l’occasione per sbloccare la situazione di stallo. Anche se i tasselli utili per completare il mosaico sono diversi. E, paradossalmente, azzerare tutto e rifare una procedura di gara potrebbe rappresentare la soluzione meno traumatica.
Gli effetti a catena. Lo stallo del cantiere di via Duca d’Aosta, però, non è sinonimo soltanto di un’opera pubblica che tarda a vedere la luce. Ma pone problemi di natura logistica (la scuola opera in spazi ridotti dopo la demolizione dell’ala inagibile) e poi è a rischio anche il finanziamento ministeriale da 2milioni di euro, ottenuto nel 2017, per la messa a norma dell’edificio scolastico attualmente in uso. I lavori, come da finanziamento, devono partire entro il 31 marzo del 2020, ma al momento l’operazione non è praticabile. L’amministrazione Casciotti ha chiesto al Miur di poter ottenere una proroga di 18 mesi. Per poter seguire questo percorso, che consentirebbe di dirimere l’intrigo dell’altro cantiere, serve un nulla osta da parte della Regione. Che l’amministrazione conta di ottenere con la presentazione di un progetto preliminare che sarà approvato in giunta lunedì prossimo.