A farlo sapere è proprio l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Teramo spiegando che “l’azione si è resa necessaria alla luce di un video realizzato e divulgato lo scorso 7 ottobre tramite i canali social dal Petrella sulla questione Covid19 e in particolare sull’impiego dei tamponi effettuati per rilevare la malattia. Nel video, di circa dieci minuti e rilanciato su Facebook dove ha avuto numerose visualizzazioni e commenti, il dottor Petrella non risparmia critiche e attacchi agli infermieri. Parole dure che per l’Opi sono risultate lesive della dignità della professione al punto da configurarsi, a parere dell’Ordine, il reato di diffamazione”.
“In alcuni passaggi del filmato il Petrella parla di come verrebbero eseguiti i tamponi e dell’incapacità degli infermieri di condurre questo tipo di esame. Per il medico, gli infermieri non hanno le competenze, le conoscenze e le capacità per eseguire i tamponi ed anzi con la loro condotta metterebbero a rischio la salute e l’integrità fisica dei pazienti. Parole e illazioni inaccettabili per l’Opi che rappresenta gli infermieri ed è chiamato a tutelarne la professionalità”.
“Questi alcuni dei passaggi ritenuti lesivi della professionalità della categoria contenuti nel video: “Da parte degli operatori sanitari non è risultato essere rispettato un certo iter nell’esecuzione delle procedure…poiché il tampone viene fatto da una infermiera o chi per essa che senza un anamnesi e senza visita specialistica non è in grado di rilevare patologie in atto”. E ancora: “L’infermiera spinge il tampone fino all’ugola e alla faringe…creando gravissimi danni soprattutto nei bambini”. Il dottor Petrella si è spinto oltre, fino ad annunciare una denuncia verso gli infermieri che non potrebbero – a suo dire – effettuare il prelievo poiché non sono medici. Petrella però non dice o ignora che l’articolo 1 del D.M. 739/1994 prevede in capo all’infermiere l’obbligo di garantire la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostiche-terapeutiche, rientrando tra di esse prestazioni quali i tamponi per il prelievo di materiale biologico”.
“Accuse, offese e toni allarmistici che oltre a danneggiare l’immagine dei professionisti vanno a intimorire i pazienti: questo Ordine non poteva ignorare frasi così gravi ed ha perciò proceduto per le vie legali. L’Opi di Teramo ritiene di essere infatti titolare dell’interesse direttamente protetto da specifica norma incriminatrice in ragione della circostanza che, come espressamente previsto dalla giurisprudenza di legittimità, anche una entità giuridica o di fatto (fondazione, associazione etc…) può rivestire la qualifica di persona offesa dal reato di diffamazione”.