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A Teramo scatta l’allarme carenza di medici di medicina generale

“In previsione degli imminenti pensionamenti dei medici di medicina generale, è concreto il rischio che in provincia di Teramo l’intero sistema delle Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) ed Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), di cui la nostra Asl è stata pioniera in Abruzzo con un modello organizzativo unico, possa subire un contraccolpo significativo con conseguente diminuzione dei servizi resi ai pazienti”.

È l’allarme lanciato da Valentina Antonacci, segretario provinciale e vicesegretario regionale della Fimmg, il sindacato dei medici di medicina generale. 

Un allarme che segue quello lanciato a livello regionale dalla stessa Antonacci, alcuni giorni fa, nel corso dell’audizione da parte della V Commissione Sanità della Regione, svoltasi in presenza dell’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, e del direttore del Dipartimento Regionale per l’Assistenza Territoriale, Claudio D’Amario, e volta a garantire la continuità dell’assistenza sanitaria di base per i cittadini della provincia. 

“Nel corso della riunione – sottolinea Antonacci – abbiamo condiviso il nuovo modello di riorganizzazione della rete di cure territoriali, che vede la Asl di Teramo pronta ad affrontare i modelli di sanità del futuro. La nostra provincia è stata infatti pioniera in questo campo, avendo da dieci anni messo in essere, seppur in via sperimentale, il modello organizzativo delle Unità Complesse di Cure Primarie e delle Aggregazioni Funzionali Territoriali, condizione fondamentale per garantire ed incrementare la continuità dell’assistenza primaria per i cittadini. E questo, come noto, avviene attraverso la possibilità di iscrizione, in deroga, per i familiari dei pazienti già iscritti (ricongiungimenti) e dei pazienti domiciliati nell’ambito distrettuale per motivi di studio, lavoro e salute. Una opportunità, possibile solo nell’ambito delle forme associative come la nostra, che consente di superare il limite imposto dal massimale e portarlo da 1500 a 1800 iscritti per ogni singolo medico. Dunque, anche in vista in vista della diminuzione degli organici, bisogna far convergere su questo modello la massima attenzione da parte di tutte le istituzioni interessate”.

“Dalla Regione – conclude Valentina Antonacci – attendiamo una risposta concreta, che ci consenta di siglare in tempi ragionevoli il nuovo accordo integrativo per la medicina generale destinato a cristalizzare queste novità a beneficio dei medici che operano sul territorio e, di riflesso, di tutti i cittadini”.