All’epoca i genitori, una coppia originaria di Ascoli ma residente a Sant’Egidio alla Vibrata, aveva presentato un esposto alla magistratura: nel registro degli indagati erano finiti sei medici, accusati, a vario titolo, di omicidio colposo. La piccola accusava forti dolori addominali. Dopo un primo passaggio notturno al pronto soccorso di Sant’Omero, all’alba venne portata al ‘Mazzoni’ di Ascoli. La mattina dopo le condizioni di Sophia peggiorarono, e sopraggiunsero due arresti cardiaci a poche ore di distanza l’uno dall’altro. Il secondo, fatale, la colse nel primo pomeriggio mentre veniva trasferita in ambulanza nella caserma dei Vigili del fuoco da dove avrebbe dovuto essere trasferita in elimabulanza nell’ospedale di Ancona La piccola aveva problemi diagnosticati già prima del parto tanto che subito dopo la nascita era stata sottoposta ad un intervento chirurgico. Il Gip aveva archiviato l’inchiesta su richiesta della stessa procura ascolana, basandosi sul risultato di una perizia affidata al medico legale Mariano Cingolani. Il perito aveva concluso che se anche fossero stati effettuati tempestivamente determinati esami diagnostici, che avrebbero sicuramente evidenziato il ‘volvolo’ che causò il decesso della bambina, non c’era alcuna certezza che la piccola si sarebbe salvata. La famiglia Marcozzi ha proseguito la sua battaglia ed ha prodotto una consulenza di parte in base alla quale “in caso di diagnosi tempestiva di volvolo intestinale si sarebbe potuto e dovuto intervenire chirurgicamente con successo”. Il pm Piccioni ha chiesto oggi ulteriori chiarimenti ai propri consulenti, alla luce delle osservazioni formulate dalla difesa delle persone offese. “Ci stiamo battendo per avere giustizia e per evitare che quanto accaduto alla piccola Sophia non si verifichi più in futuro” ha dichiarato l’avv. Stefano Maccioni, legale della famiglia Marcozzi.